Il titolo sarebbe confortante: “Più scuola per i ragazzi del nostro Mezzogiorno”. La tesi è così riassumibile: il Sud sforna qualche eccellenza, ma la media è scarsa. La colpa, però, è della scuola, che andrebbe migliorata nelle strutture e nel funzionamento, non dei ragazzi. Ai quali, comunque, un po’ di educazione civica andrebbe insegnata; e c’è pure un elenco delle cose che dovrebbero fare e non fare, per accrescere “il capitale sociale”. Altro che sussidi! Scordateveli, perché peggiorano le cose (se vanno al Sud, certo).
Io sono un ammiratore degli autori della nota, Alberto Alesina e Francesco Giavazzi, editorialisti in coppia del Corriere della sera, perché riescono a rappresentare come meglio non si potrebbe, e con aria dottorale, accademica, addirittura bocconiana, guarda cosa arrivo a dire, esattamente il pensiero medio di uno del Nord che non sa niente del Sud, ma te lo spiega “una volta per tutte”, tutte le volte (per mia ignoranza non so cosa e se siano in grado di produrre in solitudine i cotali). Siamo quasi ai livelli di Luca Ricolfi (quasi, perché l’inarrivabile è inarrivabile: quale genio avrebbe mai “scoperto”, se non lui, che moltiplicando il costo di un’ora di lavoro, per il numero di ore non-lavorate da tutti i disoccupati del Sud, si sarebbero scovate le decine di miliardi che il Sud ruba al Nord? Euro ricolfiani, lo so, non spendibili, ma nell’illusionismo, è la sorpresa che conta).
Alesina e Giavazzi ci hanno abituati a leggere con malizia quello che scrivono. Vuol dire che la ragione dello scritto non è quella dichiarata, ma generalmente un’altra. A me pare di averla colta in questo: c’è rischio che vengano stanziati dei soldi per i giovani del Mezzogiorno (quando devono andare soldi al Sud, si tratta di rischio; pomparli al Nord è benzina nel motore del Paese… delle tangenti: la metropolitana di Miano costava quattro volte quella di Amburgo a chilometro, mentre per il Mose, ogni euro speso in lavori, due sono andati in mazzette e corruzione). “Il nuovo governo vuole aiutare il Sud con più sussidi”, scrivono. “Abbiamo cercato di farlo per 150 anni: il risultato è che, dall’unificazione a oggi, il divario nel reddito pro capite tra Nord e Sud anziché chiudersi si è allargato. I sussidi non risolvono nulla”
“Abbiamo cercato di farlo” dà subito l’idea che “loro” abbiano messo le mani in tasca e mandato soldi al Sud che, nonostante questo, è “rimasto sempre più indietro” (espressione obbligata anche per le truppe coloniali cammellate al servizio della versione “antica e accettata”). Il bello è che A&G, a sostegno della sciocchezza che dicono, citano il recente lavoro dei prof Vittorio Daniele e Paolo Malanima, sugli stipendi Nord-Sud, nell’immediatezza dell’unificazione e per alcuni anni a seguire. Che dimostra l’esatto contrario: non c’era differenza nel reddito pro capite, che si manifestò solo dopo l’Unità. La svagata ditta A&G avrebbe potuto dire qualcosa in proposito: saccheggio delle risorse dell’ex Regno delle Due Sicilie; svuotamento delle banche e l’oro portato al Nord; distruzione delle fabbriche (e furto dei macchinari) che, in ogni comparto, dalla siderurgia alla meccanica, alla cantieristica, erano le più grandi d’Italia e strage di maestranze che osavano protestare; spostamento di tutti gli appalti pubblici al Nord; obbligo alle banche del Sud di cedere oro in cambio di carta-moneta-straccia stampata al Nord, mentre il contrario era proibito; libertà alle banche del Nord di operare a Sud, mentre il contrario era proibito; espulsione dalla pubblica amministrazione e dai cantieri delle maestranze locali e sostituzione con quelle del Nord, pagate due-tre volte tanto a parità di impiego…
Infine, con i soldi sottratti al Sud (il doppio di quelli di tutto il resto d’Italia messo insieme) si finanziò la nascita dell’industria al Nord e la costruzione di infrastrutture moderne (strade, treni, bonifiche, canali…) solo lì. Cose risaputissime, scritte da un secolo e mezzo, Francesco Saverio Nitti pubblicò le tabelle della ripartizione dei fondi (a me tutto, a te una ceppa), e fu solo uno dei. E da allora non è stato fatto nulla di diverso; negli utimi trent’anni è in atto una razzia la cui ferocia è pari solo a quella dei primi anni dopo la guerra non dichiarata, il saccheggio e la riduzione a colonia a fini “patriottici e unitari”, si capisce.
Ma tutto questo, per A&G diventa: “Abbiamo cercato di farlo” (sollevare il Sud con i sussidi), trasformando un saccheggio in una donazione (immeritata, ovvio!) e il divario, non nella distanza che si costruisce fra il ladro e il derubato, ma nella conseguenza dell’incapacità di chi pur riceve. Il furto più grave e irritante, come si può vedere, è quello di verità.
Ma ora bisogna evitare che altri “sussidi” finiscano a Sud. Quindi cosa inventare, per riprendersi quei soldi? Nulla, basta applicare il metodo Cassa per il Mezzogiorno, ovvero, un ente per “opere straordinarie” (scuole, strade, dighe…) per fare a Sud, meno e dopo o mai, di quello che ordinariamente si faceva tanto e subito a Nord, con i soldi pubblici. Una la segnala Marco Esposito, in “Separiamoci”: una bella targa ricorda agli altrimenti immemori e irriconoscenti terroni, che “questa scuola” è stata costruita con i soldi della Cassa per il Mezzogiorno. E perché “straordinaria” una scuola? Forse perché in un’isoletta sperduta, chessò, a Linosa; o sul cucuzzolo della montagna, in cima al Gran Sasso o nelle forre d’Aspromonte? E anche fosse: non vanno resi agli italiani che vivono in periferia gli stessi servizi garantiti agli altri? Beh, quella scuola con targa è al Vomero, a Napoli. E quale ente per interventi straordinari ha costruito le scuole ai Parioli, a Roma, a san Babila, a Milano?
La smemorata ditta A&G spiega, quindi, che perché ci sia sviluppo, “ci vogliono lavoratori preparati, meno criminalità e più «capitale sociale»”. E ci siamo capiti: oh signur, non sanno lavorar bene (e quelli che vi hanno rivoltato Torino, Milano e New York come un pedalino cos’erano?), e liberarsi della mafia (che ostacola; infatti all’Expo hanno trovato più aziende a rischio mafia che in mezzo secolo sulla Salerno Reggio) e imparare a essere cittadini migliori (impareremo dal Trota e dal padre come svuotare la cassa del partito; dall’ex ministro Lunati a “convivere” con la mafia; da Berlusconi a evadere le tasse; dai banchieri tosco-lombardo-veneti come far sparire 200 miliardi di euro; da quelli della Parmalat come truffare 135mila persone in un colpo solo; dall’ex ministro Scajola come comprar casa e non notare che te la paga un altro; da Graziano Delrio come essere per dieci anni sindaco di una città che diventa “il bancomat della ‘ndrangheta, e non accorgersi di niente…).
Ma questo non è importante. La cosa da apprendere (ecco perché l’insegnamento dell’educazione civica) è che “copiare i compiti non è accettabile, perché è disonesto, così come farseli fare dai genitori” (avendo A&G dimenticato di proporre esempi, ed è un peccato, perché la loro autorità va così sprecata nel generico e nel terronico; possiamo suggerire: potrebbero, gli studenti del Sud imparare dal Trota come ci si laurea in Albania, in contumacia e quasi “all’insaputa” e da suo padre come laurearsi tre-quattro volte in medicina e non essere ancora laureati in medicina; dall’ex ministra Madia a laurearsi con una tesi parzialmente copiata; dall’ex ministra Fedeli come vantare una laurea, non avere manco la maturità e guidare la Scuola italiana; dall’ex capo di governo Berlusconi a firmare, per sbaglio, certo, come suo, il libro del filosofo Luigi Firpo su Tommaso Moro…).
Per migliorare i giovani terroni, quindi, le scuole devono restare aperte più a lungo, anche pomeriggio. Come al Nord, diciamo. Ecco, e non ci dicono perché al Nord restano aperte e a Sud no; perché a Nord hanno la mensa scolastica e a Sud, quasi nessuno. Dettagli, metti si scopra che al Nord i soldi li mandano e a Sud no, continuerebbero a essere autorevoli A&G? Metti scappasse loro una notizia (dio ne scampi), tipo: i soldi per le scuole terremotate, che sono quasi tutte al Sud e più di metà in tre sole regioni meridionali, sono andati per il 97 per cento al Nord. Metti dovessero rivelare ai terroni scarsi in capitale sociale, che il capitale stanziato per combattere l’evasione scolastica (che raggiunge record europei nei quartieri più emarginati di Napoli e Palermo) sono stati arraffati dalla Lombardia che quasi non conosce il problema. O dovesse venir fuori che quel mezzo miliardo per riattare le scuole più disastrate del Sud fu sottratto dall’allora ministra Gelmini e speso diversamente; o che il miliardo per le aziende meridionali fu riconvertito in sostegno alla ricerca, ma usato dal governo Lega-B. per finanziare compagnie di navigazione sul Garda, industria bresciana delle armi, illuminazione in Veneto; o che per decreto ministeriale vanno aiutate le università che hanno gli student più ricchi, quindi del Nord, e penalizzate le più povere. Tanto penalizzate, che fu un tizio che forse A&G conoscono, tal Francesco Giavazzi a proporre la chiusura delle università di Bari e Messina e, già che c’era, Urbino).
Cotanti prof non possono sprecarsi in questi dettagli, li capisco. Andiamo al sodo, A&G dicono: non date sussidi (sarebbe reddito di cittadinanza e c’è in tutta Europa, ma qualunque somma vada ai terroni, per lorsignori è “sussidio”), ma con appena la metà di quei soldi (quindi, già ci hanno fottuto metà del malloppo) si faccia una specie di piano Marshall per rendere vivibili le scuole del Sud, restaurandole; così sarà anche più facile tenerle aperte più a lungo. Ma attenti, su questi lavori potrebbero fiondarsi imprenditori “legati alla criminalità organizzata”. Quindi, evitare che siano aziende terroniche, teniamole fuori (il che vuol dire: siete tutti mafiosi. La norma di un Paese civile vorrebbe che controlli le aziende e quelle sporche le tieni fuori. Invece, se è a Sud, si risolve fottendo gli onesti, per fottere i disonesti. Come sulla Salerno-Reggio Calabria, dove tutti gli appalti sono stati dati solo ad aziende del Nord e del Centro, che hanno subappaltato a… non ve lo dico, vediamo se indovinate. Appaltandole direttamente a quelle, avremmo risparmiato).
Spiace davvero che la strabica ditta A&G non faccia lo stesso ragionamento dove è dimostrato (con centomila “osservazioni” dei servizi segreti in cinque anni), che quasi metà delle aziende sono state segnalate per reati in generale e una ogni sei ha avuto “soggetti segnalati per mafia” al vertice. Ed è al Nord, che succede, certificato dagli analisti dell’università di Bologna. Lì, il “rischio mafia”, però, non esclude le aziende locali: vorremo mica frenare il motore dell’economia nazionale?
Ma non è finita: chi deve finanziare questo piano? “Almeno in parte”, la Banca europea per gli investimenti. E ci hanno fottuo anche il resto del malloppo. Quindi, i “sussidi” non glieli diamo, con metà di quella somma, gli aggiustiamo le scuole (scusa, e perché, se è al Sud, per riparare le scuole che tu hai fatto andare in malora, mi devi togliere qualcos’altro e, addirittura, mi togli il doppio di quello che “invece” spenderesti? Per aggiustare le scuole al Nord tolgono i finanziamenti al Mose? Alla Pedemontana?); e quei soldi, li metta qualcun altro. E questa è coerenza: l’Italia dal Sud prende e basta; se c’è da spendere, che siano i soldi degli statunitensi, con il piano Marshall (salvo dirottare al Nord il risarcimento per i danni di guerra destinati al Sud), e così per la Cassa del Mezzogiorno; e da quando c’è l’Europa, che ci pensi Bruxelles a finanziare opere pubbliche al Sud, i soldi pubblici di tutti gli italiani sono per il Nord, salvo residui. Quindi, perché alle scuole degli italiani del Sud dovrebbe pensarci l’Italia; che c’entra con l’Italia il Mezzogiorno?
Vi abbiamo dato già l’idea, pure i soldi volete? Magari, possiamo indicarvi qualche nostra premiata ditta di costruzioni che potrebbe prendere gli appalti e subappaltarli in loco (come fecero per la ricostruzione di Messina dopo il terremoto o per la Cassa del Mezzogiorno, che il ministro competente, non terrone, chiamò “del Settentrione”, perché in un modo o nell’altro, almeno il 70 per cento delle somme tornava a Nord).
Cuntent, terrunciuelli?
E finché questo meraviglioso piano non parte? Sussidi niente, ne abbiamo già discusso, non torniamoci su; e se il meraviglioso piano non parte (quindi niente “sussidi” e niente scuole), che è colpa mia?