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    PINO APRILE A MADE IN SUD

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    Pino Aprile

    Giornalista e Scrittore


    “Fa’ quel che devi, accada quel che può”, è la mia regola. Se ti fai condizionare dai rapporti di forza (ma “loro” hanno tutto: giornali, tv, soldi, potere…) o dalle conseguenze possibili (non otterrai nulla, in compenso ti schiacceranno) non troverai mai il momento giusto per agire. Mentre l’unica cosa che conti è la ragione di agire: se c’è, fallo. E basta. Come? Don Luigi Sturzo disse: chi sa scrivere scriva, chi sa cantare canti, chi ne è capace, faccia politica. Sono nato nel 1950, sono cresciuto in una casa popolare, ho avuto ottimi genitori. Quello che ho scritto mi ha caricato di responsabilità verso gli altri e il futuro (ho un nipote…) e ora devo risponderne. Sono qui per questo.

    10 Commenti

    1. Bravo Pino! Considerando il tempo concesso e il contesto della trasmissione il messaggio è stato certamente efficace.

    2. Su Facebook ho letto un post dove veniva manifestato disappunto per il tipo di programma. Mi spiego meglio, un programma comico nel quale viene lanciato un messaggio forte: che invita a riflettere. Nel post la “discussione” era incentrata sulla perdita di efficacia del messaggio dovuta al contesto.
      Ovviamente non sono d’accordo con tale lettura. Credo che per anni si siano percorse sempre le stesse strade. Messaggi, urlati, di un sud trascurato dalla politica “nazionale”. L’efficacia di tali messaggi è stata pressoché nulla, in considerazione del fatto che attualmente la lega (merd) avanza inesorabilmente anche a sud.
      Quindi, dal mio punto di vista, iniziative che rompano gli schemi ordinari sono benvenute. Raggiungere una platea di due milioni di persone non è roba da poco. Noto con piacere che anche la sua dialettica negli ultimi due interventi televisivi è cambiata. Francamente a me piace, è molto incentrata sul attuale (d’altra parte la lega merd è adesso) piuttosto che sullo storico (è stato raccontato molto e molte volte ed è giusto non dimenticare, ma il troppo stroppia).
      Una sua riflessione in merito?

      Cordialmente
      Sante

      • Sono grato agli amici di Made in Sud di avermi invitato e della calorosa accoglienza. Mi è molto piaciuto il clima e gliel’ho anche detto: molto professionale, ma senza la tensione da egocentrismi a confronto e in concorrenza, che tanto spesso si avverte in quelle situazioni. I primi a divertirsi sono loro e il “rito propiziatorio” che fanno prima di andare in scena è strepitoso: secondo me, se lo mandassero in onda farebbero il botto, a parte l’ultima parola gridata in coro, che nella caciara collettiva, comunque, non è sempre chiarissima… So che alcuni pensano che certi argomenti non andrebbero trattati in un contesto di comicità; e altri hanno più o meno duramente criticato le battute (da copione) sul passato che è passato (di pomodoro) o “chi ha avuto avuto, chi ha dato ha dato”. Ma in una trasmissione che va in tutta Italia, e da Sud, ci sta l’uno e l’altro e lo stesso modo in cui Biagio Izzo e i presentatori hanno pronunciato le frasi era chiaro indizio di alleggerimento per riportare la trasmissione alla sua natura. Nessun problema per me, anzi: quello che conta è far arrivare a più gente possibile due parole di verità e di dubbio. Io sono convintissimo di questo (sapessi disegnare, farei i fumetti!), e non da oggi. Ho ricevuto lo stesso tipo di osservazioni per l’intervista data a Libero. Ovviamente, non pretendo di avere ragione e ascolto le opinioni diverse dalle mie, specie se esposte con il garbo e la civiltà con cui le hanno argomentate alcuni miei amici. Li ringrazio, non mi dispiacciono, ci mancherebbe (gli insulti, il pregiudizio negativo a tutti i costi sono altra cosa e immediatamente riconoscibili e scaricati nel luogo che meritano, insieme al materiale della stessa natura). A volte, quelle osservazioni mi inducono a cambiare idea e lo dico. Ma su questo fatto, continuo a pensarla alla mia maniera. Per dire: la prima trasmissione televisiva a cui accettai di partecipare, per sostenere le ragioni del titolo “Terroni” e presentare il mio libro, allora appena uscito, fu su TelePadania, quando la Lega si mostrava per quel che è (non è cambiata, finge solo per dare un alibi agli ascari terroni che la votano e prendere in giro gli altri): ferocemente razzista e antimeridionale. La più grande soddisfazione, fu ricevere messaggi di leghisti sconcertati che quasi volevano scusarsi con me, per la storia: “Non immaginavo, non sapevo che vi avessero fatto questo…”. Mai accettato, invece, inviti a trasmissioni in cui la certezza dell’agguato e della distorsione era nella natura stessa del programma. Ricordo, per dire, quella che conduceva Del Debbio, disgustosa. Dopo diversi “no”, l’ultimo invito si concluse con questo dialogo: “Ma adesso non è più come prima, è cambiata”. “Ma conduce sempre Del Debbio?”. “Beh, sì”. “E non sono cambiato io: non mi piace e non mi fido”. Quindi, viva Made in Sud.

    3. Buongiorno Pino

      Sono del Nord che più nord non si può. I miei genitori sono del Nord pure loro. Abbiamo vissuto la decade degli anni Sessanta in Germania in mezzo alla gente del Sud, straordinaria.
      Grazie a te ho saputo della vicenda di Fenestrelle e poi anche tutte le altre vicende del Sud.
      La tragedia della gente del Sud è una tragedia che dopo l’indignazione e il dolore della devastazione morale scatena copiosamente la commozione.
      Ti ho visto a confronto con qualche freddo storico del Nord, ma sinceramente non c’è paragone. Tu hai cuore e metti passione, commozione, umanità e rispetto per la gente in quello che fai.
      Da parte mia non faccio altro che consigliare ai giovani i tuoi libri e le tue apparizioni su YouTube.
      Non esistono parole sufficienti per esprimerti la gratitudine.

      Un abbraccio

      Prendendo a prestito una famosa iscrizione di Granada, adatterei così: «No Hay en la vida nada como la pena de ser ciego en… Italia»

      Carlo

    4. Ciao sono di Napoli e vivo in irlanda del nord ,mi sono trasferito 5 anni da,lasciando amici, affetti e per di piu lasciando mia madre che era in dialisi che ora non ce piu. Ma nonostante questo avvolte madre natura chiama,se avrei una piccola possibilita di tornare,pero penso ho un bambino di tre anni NATO qui come faccio a portarlo a napoli lo stato non e presete la citta e completamente abbondanata, per non parlare seller vittime della terra dei fuochi dove piu nessuno ne parla piu ormai.ciao pino e imbocca al lupo hai tutto il mio appoggio

      • la Terra dei fuochi è una parte avvelenata ma molto piccola della Campania. A Napoli nessuno è straniero, è la casa di tutti. A parte che gli irlandesi sono napoletani, terroni pure loro, figurati un irlandese figlio di napoletano!

    5. Caro Pino, grazie per le energie che tu impieghi per fare chiarezza su come sono andate le cose e sulla pelle di chi è stata fatta l’Italia. Anche quando ero Consigliere Comunale a Napoli asserivo che per me l’anniversario dell’unità d’Italia era una giornata di lutto. Con i nostri soldi e non solo hanno costruito le loro ricchezze.
      Ciao

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