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IL MOVIMENTO PER L’EQUITÀ TERRITORIALE IGNORATO SE SI BATTE CONTRO LO SCIPPO DEL PNRR, IN PRIMA PAGINA, SE INSULTATO
Perché “fa notizia”, finalmente, un Movimento meridionalista per il maggior giornale del Sud? Perché “è morto”. Non è vero, ma pare che non si veda l’ora di poterlo dire. Da “vivo”, per indurre il giornale a citare pure Rossella Solombrino, capolista del Movimento per l’Equità Territoriale, fra i candidati sindaci di Napoli, ci è voluto l’intervento dell’avvocato che richiamasse alla correttezza elettorale; invece bastava dire che era morto e che si chiedevano “non fiori, ma voti”. Alla memoria. La notizia della dipartita, in realtà, è alquanto prematura, anche se a darla è chi si dice addolorato del triste evento, mentre dà di coltello perché il necrologio sia vero (è almeno la terza volta in pochi mesi, dalla Puglia alla Calabria, ora alla Basilicata, che impazienti sotterratori scavano la fossa, cercano di spingervi dentro il “c’eravamo tanto amati”, che vorrebbero ridurre a “caro estinto”, ma quello non sembra avere tutta questa fretta. Non si dimentichi che furono briganti lucani “pentiti” a consegnare ai loro carnefici Ninco Nanco, Carmine Crocco…).
I giornali hanno un modo per dire quanto ritengono interessante qualcosa: lo spazio (il valore va a centimetri quadrati ed è con lo stesso criterio che lo pagano gli inserzionisti) e la posizione. Beh, la clamorosa notizia che il Movimento dei terroni “fu” (anche se il cadavere si ostina a dar prova di irritante vitalità) ha meritato nientemeno che la prima pagina, insieme ai grandi della Terra.
La prova della fine del Movimento? “Lo chiamano ‘Primo Aprile’, per dire, con uno sberleffo, che per loro è stato un grande bluff”. E volete che non ci sia un coglione (se ha da sfogare livore) o un mattacchione (se vuole scherzare) che passi da Pino a Primo? È questo è il segnale della fine? Lo scrive il Mattino, di cui tutti sanno che “Lo chiamano il Mappino, per dire, con uno sberleffo, che per loro, i napoletani, è un grande bluff” quale quotidiano meridionale. Visto com’è facile? Ma si può fare di più: cercando bene, si potrà persino scovare chi dica: “Aprile dolce dormire” (sai che botto?).
Non è curioso diventare così importanti da morti (parlo del Movimento; io ultimamente, ho preso un paio di botte, ma riesco ancora ad attraversare la strada senza la badante) ed esser tanto ignorati da… vivi? È lo stesso giornale del Sud che appalta pagine ad Alessandro Barbero per insultare i meridionalisti che non piacciono a lorsignori e che, se replicano ricordando le fake news del prof e dei suoi sponsor, finiscono nel cestino o al più nella rubrica delle lettere; lo stesso giornale che, in quasi una pagina, riesce a parlare dello studio del Movimento (il primo a farlo) sulla quota di Recovery Fund spettante al Sud, citandolo in un rigo di passaggio; e capace di riferire dell’audizione a Bruxelles dei sindaci del Sud, organizzata dal rappresentante del Movimento (di cui è anche vice presidente) nel parlamento europeo, Piernicola Pedicini, in seguito alla petizione sostenuta dalle firme raccolte dagli attivisti del Movimento, per la petizione presentata dal Movimento, con esponenti e candidati sindaci del Movimento recatisi a Bruxelles per manifestare appoggio alle legittime richieste della petizione, eccetera, senza che in tutto l’articolo di trovi tracce di Pedicini né del Movimento, né di chi c’era: ammettiamolo, non è da tutti, ci vuole bravura. I lettori del giornale non sapranno mai come si ebbe l’audizione che ha indotto la Commissione europea a porre sotto indagine il Pnrr italiano (cosa ufficialmente comunicata per iscritto dalla presidente Dolors Montserrat al rappresentante dei sindaci, Davide Carlucci). Tutto non interessante, troppo poco per avere un rigo che rischi di testimoniare l’esistenza in vita del Movimento.
Poi, arriva uno che dice “Il Movimento è morto”, avendo ragioni personali per desideralo (è stato destituito da dirigente regionale) e si va in prima pagina! La cosa, a volerla analizzare anche solo superficialmente, è involontaria e clamorosa smentita dell’assunto, perché la distanza fra l’eccessiva valutazione giornalistica di morte presunta e l’eccessiva svalutazione delle attività del Movimento (sino all’oscuramento totale, addirittura tacendo notizie basilari), ne misura esattamente la vitalità. Ed è quella che pare far paura e non si vuole ammettere: non ti nomino, se questo può certificare che esisti e non sia mai farti crescere; ti nomino, anzi, lo grido, se questo può certificare che non esisti più (o almeno farlo credere, aiutare a farlo succedere).
Ma qui, l’impazienza ha giocato un brutto scherzo, perché il cadavere scoppia talmente di salute, che si scuote di dosso chi cerca di portar pezzi del Movimento in dote a politici abbandonati dal loro popolo di riferimento e in cerca di qualcosa o qualcuno da rappresentare, magari un meridionalismo che si nutre di targhe giacobine a Napoli, inaugurazioni di musei sabaudi in Calabria e soccorso terrone a istituzioni equine di Torino, dove c’è il museo Lombroso: chissà che ne direbbe Freud. Ma noi facciamoci i fatti nostri: nun ci dicimu nendi a Freud (citazione da “Malizia”: a quanti volessero obiettare per il livello della polemica, ricordo che a chi, schiantando il neurone per lo sforzo, non sa partorire un’analisi cultural-politica migliore di: “Primo Aprile”, la risposta non può che essere nella psicanalisi, quantunquemente non seriamente. Il problema, adesso, è: chi glielo spiega?).
Pino la risposta al “brigante Lucano” e tutti i suoi accoliti è stata semplicemente splendida. Non avevo dubbi sul fatto che sarebbe arrivata. Sono patetici e infantili, nelle reazioni, perché si stanno rendendo conto che, come si dice al mio paese : on pers l vuoi e vonn acchiann l corn . Ad Maiora
penoso modo di far un favore al prun (partito razzista unico del nord)
È vero PINO, il Movimento non è morto!
Chi era fedele ai valori della Grancia, all’atto della nascita del Movimento, infatti, continua ad esserlo. Anche quelli che tu hai “dimesso”, che hai accusato di essere “avvelenatori di pozzi” e che, anche in questo post, continui a definire “traditori” come quei meridionali che consegnarono Crocco e Ninco Nanco ai piemontesi.
La tua prosa è accattivante, potrebbe obnubilare chi non è al corrente del “dibattito” che si è sviluppato all’interno del Movimento da quando TU hai scelto di diventare direttore di una TV calabrese, risultando così incompatibile con la carica di Presidente del Movimento. Qualche dubbio sulle verità che propali nel tuo post però potrebbe averlo l’osservatore distratto e anche il tifoso del Capo, a fronte di più della metà dei Referenti del Movimento che sono stati oggetto di esclusioni da organi direttivi, bannati sulle pagine ufficiali del Movimento, screditati in chat e assemblee di circoli convocate per parlare male dell’accusato, senza la presenza dell’accusato. L’osservatore distratto e anche il tifoso del Capo, si potrebbero chiedere il perché di cinque regioni commissariate, benché non in linea con le direttive del Capo, ma ossequiose solo dello Statuto. E qualche altro dubbio potrebbe sfiorare, l’osservatore distratto e anche il tifoso del Capo se, a fronte di più di 400 firme per la convocazione dell’Assemblea, (il luogo deputato per eccellenza per promuovere un confronto delle idee, ancorché distanti), a quella richiesta, il Capo ha risposto picche, anzi, non ha risposto affatto!
Forse perché l’iniziativa di chiedere la convocazione dell’Assemblea, come prevede lo Statuto, era partita dagli “impazienti accoltellatori” e da coloro che “danno di coltello” per sotterrare il Movimento. Non ci trovi anche tu, Pino, una contraddizione fra il voler “sotterrare il Movimento” e la richiesta, da parte dei sotterratori, di un luogo per confrontare le diverse posizioni? tranquillo, l’osservatore distratto e anche il tifoso del Capo, non se ne accorgeranno!
Come non si accorgeranno, essendoci solo la tua campana, che rimproverare “Il Mappino” per non aver dato alcun risalto al Movimento per le azioni svolte verso l’UE riguardo il PNRR, non è dissimile dall’aver nascosto che lo studio e l’elaborazione delle 300 e più pagine dello studio sul Recovery Found fosse opera di una trentina di professionisti coordinati da uno degli “accoltellatori”, mentre qualcuno del tuo cerchio magico se ne attribuiva tutto il merito, con il tuo beneplacito.
E proprio questo, caro Pino, “misura la vitalità, come tu stesso dici, sulla distanza fra quello che affermi e la realtà dei fatti.
Infine Pino, l’unica cosa certa non è che quelli che tu hai destituito dai loro incarichi hanno portato “pezzi del Movimento in dote a politici abbandonati dal loro popolo”, semmai è dimostrato che la politica che VOI avete attuato in Calabria ha portato il Movimento a scomparire dal radar politico e, quel che è peggio, ha portato quella regione in dote a Forza Italia.
Di una cosa puoi essere certo, per quanto mi/ci riguarda i valori della Grancia saranno sempre il nostro faro e non smetteremo di lavorare per vederli realizzati, anche senza la tua benedizione: ci basta quella della nostra coscienza.
Ancora!?? Stai parlando di gente che ha fatto chat segrete contro il Movimento; ha fatto circolare un documento clandestino contro di me; pretendeva di decidere se dovevo o no dirigere LaC, quasi fossero i padroni della mia vita, nonostante fosse noto da mesi che volessi delegare i poteri del presidente a un organismo collegiale; hanno fatto campagna diffamatoria telefonando agli iscritti a uno a uno, hanno diffuso le calunnie del blog plutidenunciato (quasi 400 denunce) e pluricondannato, per definirmi colluso con la ‘ndrangheta, mi hanno chiamato ladro; avete raccontato che ho creato il Movimento per ordine dei servizi segreti (maledetto il momento in cui vi sono stato a sentire)! Mi hanno fatto bombing contro sulla pagina nazionale del Movimento; hanno accoltellato alle spalle i nostri in campagna elettorale in Calabria, usando le pagine e i simboli del Movimento contro di noi. La Regione in dote a Forza Italia l’avremmo portata noi??? Pensa che potere! Ancora diffondete queste puttanate, per giustificare un’azione indegna che in qualsiasi movimento politico avrebbe portato all’espulsione immediata per indegnità. La rottura con de Magistris avvenne quando posero il veto (dopo averla concordata e accettata) alla candidatura del segretario del Pci, Michele Tripodi, che dava ombra al candidato preferito da de Magistris, perché aveva troppi voti (infatti poi è stato eletto sindaco di Polistena con una valanga di preferenze). E a decidere la rottura furono i componenti della direzione regionale, composta da uno di centrodestra, un ex comunista, un comunista e un ex democristiano. Siete bugiardi e diffamatori.
Sono stato insultato su tutte le chat e le pagine e ancora si continua; nel direttivo di Napoli sono dovuti intervenire in tre per bloccare Calderone che mi si era scagliato contro scalciando e sbracciando. E ho sbagliato, per non sputtanare il Movimento, a non denunciarlo. Ho impiegato dodici anni a mettere insiene e in contatto persone che ritenevo degne e capaci di creare qualcosa di buono per il Sud; non vi conoscevate fra di voi; vi ho creduto diversi e mi sono fidato ciecamente; in nove mesi, anche grazie alla vita di merda che mi avete regalato, ho avuto un infarto, un intervento al cuore, uno alla carotide e una emorragia cerebrale da cui sono uscito vivo e non paralitico per miracolo. Per me potete andare tutti al diavolo. Mi riprendo la mia vita e il Sud morrà sempre di questo. Godetevi i portaborse del padroncino de Magistris o del grande meridionalista di Forza Italia de Bonis. Io devo salvarmi la vita. Fate il cazzo che volete e continuate pure a distruggere l’unico Movimento politico di questa dimensione nato al Sud in 160 anni. Se tutto quest’odio, questo livore, fossero stati spesi non contro e dentro il Movimento (mentre noi lavoravano sul Pnrr, andavamo a protestare a Bruxelles, vi portavamo i sindaci meridionali, da me organizzati; creavamo la Rete imprenditori del Sud), ma contro il Pun, avremmo il Freccia Mille a Matera, già. E vergognatevi: non sapete nemmeno dove sta di casa la coscienza.
Osservando con attenzione quanto è successo nelle ultime elezioni comunali di Napoli, si nota, senza timore di essere smentiti, la ferma volontà da parte dei principali media e del Il Mattino in particolare, di oscurare il M24AET e il suo condidato a sindaco. Addirittura, se non sbaglio, nel dopo elezioni,sono stati riportati i nomi e i voti di tutti gi schieramenti e dei relativi candidati, tranne appunto la Solombrino sostenuta solo dal M24AET. Condivido quindi quando esposto nell’articolo suddetto, anche se ho notato , come simpatizzante del Movimento, una minore vitalità nell’ultimo periodo.
verrà il momento che faranno i lecchini con il M24AET