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    “MAI PIÙ UN EURO A WIKIPEDIA”

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    Si è impadronita della mia biografia, sporcandola. Denuncia alla Polizia postale e azione del mio legale

    Wikipedia si è appropriata della mia biografia, impedendomi di correggere quanto riguarda la mia vita e descrivendomi in modo che mi ha costretto a far ricorso allo studio legale Ascanio Amenduni e a sporgere una denuncia alla Polizia postale, per identificare gli “autori” della mia biografia e poterli querelare, considerando che fra le “fonti” ne citano una contro la quale ho già dovuto rivolgermi alla magistratura. Avevo provveduto una prima volta, a rimuovere termini offensivi (e sbagliando a non ricorre subito alla giustizia); salvo accorgermi, poi, che il testo era stato nuovamente rimaneggiato in chiave che i giudici ci diranno quanto diffamatoria. La cosa ancora più incredibile è che al mio tentativo di correzione, sono stato escluso dalla possibilità di intervenire! Non sono padrone della mia biografia, e chi se ne è impossessato mi impedisce di correggere, lasciando libertà di azione a chi vuole sporcarmela.

    Ho dato qualche euro a Wikipedia, poca roba davvero (preferisco sostenere iniziative più serie, ma un po’ qua, un po’ là, cerco di contribuire come posso). Per chiedermi quei pur pochi, miserabili euro, i signori di Wikipedia mi hanno bersagliato di email confidenziali, manageriali, con l’aria di “tu e noi salviamo il mondo”. Quando mi sono rivolto a loro per segnalare la schifezza che mi viene buttata addosso, se la sono cavata con “noreplay” o risposte del genere “che c’entro io”.

    A quel punto, ho voluto informarmi meglio su Wikipedia, scoprendo che ti danno una visione troppo spesso “orientata”, vedi l’incredibile vicenda, finita in un disastro di immagine per Wikipedia, con il sindaco di Firenze, cui si è attribuito qualcosa di infamante e falso (https://www.corriere.it/cronache/08_febbraio_29/domenici_sindaco_firenze_querela_wikipedia_658497ee-e6f2-11dc-84b2-0003ba99c667.shtml); e le accuse, o almeno il sospetto, a quanto si legge facendosi un giro su internet, di prestarsi a essere arma di diffamazione politica: cosa a cui si è indotti a credere, leggendo come sono compilate certe voci (e c’è chi, fidandosi, ci ha rimediato una condanna: https://canestrinilex.com/risorse/fatti-tratti-da-wikipedia-condanna-per-diffamazione-cass-3889619/); ci sono temi che vanno esposti solo come vogliono loro; pure in modo inattendibile, tanto che molti docenti e università rifiutano lavori di studenti che la usano per le ricerche.

    Circa le voci su massoneria e Wikipedia, invece, non so niente e non ho perso tempo a fare un minimo di ricerca. So solo che la principale “fonte” usata per la mia “biografia” è un blog su cui in meno di due anni sono stati pubblicati una ottantina di testi con un solo argomento: “Pino Aprile”; non sono l’unico argomento, però, per esempio c’è anche la rubrica dal titolo “Cose massoniche”.

    Insomma: poco davo a Wikipedia e molto di rado; da ora in poi, se senza controllo:

    MAI PIÙ UN EURO A WIKIPEDIA

    Pino Aprile

    Giornalista e Scrittore


    “Fa’ quel che devi, accada quel che può”, è la mia regola. Se ti fai condizionare dai rapporti di forza (ma “loro” hanno tutto: giornali, tv, soldi, potere…) o dalle conseguenze possibili (non otterrai nulla, in compenso ti schiacceranno) non troverai mai il momento giusto per agire. Mentre l’unica cosa che conti è la ragione di agire: se c’è, fallo. E basta. Come? Don Luigi Sturzo disse: chi sa scrivere scriva, chi sa cantare canti, chi ne è capace, faccia politica. Sono nato nel 1950, sono cresciuto in una casa popolare, ho avuto ottimi genitori. Quello che ho scritto mi ha caricato di responsabilità verso gli altri e il futuro (ho un nipote…) e ora devo risponderne. Sono qui per questo.

    2 Commenti

    1. La campagna di diffamazione contro Pino Aprile s’inserisce in quella più vasta scatenata dalla reazione neorisorgimentalista contro il revisionismo storico sulle vicende che portarono alla conquista sabauda delle Due Sicilie.
      Questa reazione probabilmente si deve al timore da parte dei poteri forti di quella che Nicola Zitara chiamava “la Banca Tosco-Padana”, di perdere il Sud, grazie al quale l’Italia a trazione settentrionale ha un suo (sia pure non grandissimo) peso in Europa.
      Senza il Sud, il Nord tornerebbe a quello che fu prima dell’unità italiana: la Terronia della Francia e della Germania.
      Da qui l’accanimento internettiano di questi ultimi anni contro chi solleva verità scomode per il potere di lorsignori, a cui si aggiunge l’incredibile richiesta dell’oblio per una tragedia che non è conveniente ricordare, se si vuole mantenere tale assetto politico che dura da 160 anni.

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