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    A CASTELLINO DEL BIFERNO UNA PICCOLA UCRAINA?

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    Lettera aperta al vulcanico sindaco di Castellino del Biferno (Cb), Enrico Fratangelo

    Caro sindaco,

    qualche primo cittadino onorario del tuo Comune (grazie per avermi reso vostro compaesano), ti vorrei proporre una iniziativa che potrebbe dare uno scopo aggiuntivo al grande lavoro che stai facendo da anni, recuperando le case danneggiate dal terremoto e rimettendole in senso: perché non usarle per ospitare profughi ucraini, per il tempo che sarà necessario?

    Se ricordo bene, il Comune ne ha rilevate fra 100 e 150 (il progetto è di offrirle in fitto a prezzo simbolico a coppie giovani, per impedire lo spopolamento che già pesantemente colpisce gran parte dei paesi intorno e del Sud). Alcune decine di quelle abitazioni sono già state restaurate. Castellino (correggimi se sbaglio) ha pure un Centro di accoglienza per una cinquantina di persone, una scuola elementare e un asilo che sono stati chiusi, ma sono agibili e possono essere rimessi in funzione.

    Insomma: c’è tutto per poter creare una “Piccola Ucraina”, ospitando le famiglie intere, potendo loro offrire una base decente di servizi essenziali e la possibilità di continuare a essere, pur lontano dalla loro Patria, una comunità.

    Certo, le case sono vuote, ma potrebbero essere arredate in modo provvisorio, con mobili, letti messi a disposizione da organizzazioni umanitarie o dalla solidarietà dei cittadini (non soltanto di Castellino, che ha appena cinquecento abitanti e almeno altrettanti “cittadini virtuali”, nella speciale “anagrafe” del Comune molisano): quanti hanno mobili efficienti che non usano più? E mobilifici con arredi fuori moda e invenduti da tempo?.

    L’esperienza di Castellino potrebbe divenire pilota: il Sud è disseminato di paesi vuoti. Qualcosa del genere fu fatta a Riace, dove i profughi di una trentina di provenienze diverse, si integrarono benissimo.

    Castellino può diventare una piccola capitale di solidarietà. Se serve, io ci sono.

    Un caro saluto

    Pino Aprile

    Giornalista e Scrittore


    “Fa’ quel che devi, accada quel che può”, è la mia regola. Se ti fai condizionare dai rapporti di forza (ma “loro” hanno tutto: giornali, tv, soldi, potere…) o dalle conseguenze possibili (non otterrai nulla, in compenso ti schiacceranno) non troverai mai il momento giusto per agire. Mentre l’unica cosa che conti è la ragione di agire: se c’è, fallo. E basta. Come? Don Luigi Sturzo disse: chi sa scrivere scriva, chi sa cantare canti, chi ne è capace, faccia politica. Sono nato nel 1950, sono cresciuto in una casa popolare, ho avuto ottimi genitori. Quello che ho scritto mi ha caricato di responsabilità verso gli altri e il futuro (ho un nipote…) e ora devo risponderne. Sono qui per questo.

    2 Commenti

    1. Con altre parole, la stessa identica teoria dei liberal-progressisti alla Saviano: riempiamo i vuoti demografici con immigrati/profughi.
      Mi pare che sia l’idea per cui si impegnano anche Draghi, Soros, von Der Layen, le ONG e tanti altri esportatori di democrazia, mai così numerosi come in quest’ultimo periodo.
      La filantropia genera mostri.

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