E LO STESSO PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA AD ANDARE COSÌ NELLA SUA PALERMO
Il capotreno fischia, parte un applauso. Appena un’ora di ritardo, a fondersi al sole di Messina, appena approdati da Villa San Giovanni, in vagoni dismessi dal Nord e usati come carri-terroni (via di mezzo fra le carrozze per gli umani e i carri-bestiame), perché “aspettiamo il locomotore”. Ma perché, non si sapeva che serviva un locomotore per trainare i vagoni da Messina a Catania? “Deve fare rifornimento”. Ma perché, per fare rifornimento, si aspetta che ci siano prima i vagoni e si comincia all’ora in cui il treno doveva partire? Vi risparmio le altre “informazioni”, tutte estorte sulla banchina a chiunque avesse parvenza di ferroviere, mentre gli altoparlanti dimenticano la nostra esistenza; i turisti stranieri con aria smarrita, poi preoccupata, poi disgustata, scuotono la testa, guardano l’orologio, smarrimento, lui cerca di rassicurare lei… So, so…, anche io ho perso la coincidenza; ora sto cercando di rimediare un’auto da noleggiare; ma l’ufficio della società di noleggio, a Catania, è a cinque chilometri dalla stazione, quindi, prima di sapere se trovo l’auto all’ultimo momento per arrivare in tempo a Enna, devo trovare come arrivare all’auto, senza spendere di taxi, più di quanto spenderò per l’auto. Dirotto per l’aeroporto, dove dovrebbe essere più facile.
Questi sono i trasporti a Sud: spendi come per la Rolls Royce, viaggi come sul mulo.
FALSO ALLARME! DUE CHILOMETRI E DI NUOVO FERMI!
Ci eravamo illusi: due chilometri e di nuovo fermi, in attesa della “autorizzazione a partire da parte del gestore delle infrastrutture”. Ci sarà un limite all’indecenza? Siamo sequestrati, tutti i nostri programmi saltano e alla beffa si aggiunge il danno. Maledette Ferrovie dello Stato! Bisognerebbe obbligare parlamentari, manageroni strapagati con soldi nostri, lo stesso presidente della Repubblica, che è siciliano, a muoversi solo con treni e mezzi pubblici. Lo fanno, ma soltanto da Roma in su, massimo da Napoli in su; da Napoli in giù, usano i soldi nostri (rubati, visto il dis-servizio che rendono al Paese, offendendoci, ognuno nel proprio campo) e si muovono in aereo, elicottero, auto iper-accessoriate e in corteo… A spese altrui e comodità loro. Secondo voi, quanto resisterebbero Trenitalia privata, regionalizzazione dei traporti locali e altre porcate che si sono inventati per sottrarre al Sud il diritto alla mobilità e investire tutto al Nord in linee Tav che producono soprattutto tangenti?
PARASSITI STRAPAGATI CON SOLDI NOSTRI PER FORNIRE DIS-SERVIZI E UMILIAZIONI
Se questi parassiti fossero costretti a schiattare di caldo come noi, come tutti, a bruciare inutilmente soldi (i loro, non i nostri), a perdere, come tutti, le giornate fra tradotte, ritardi, lentezze, tempo quindici giorni e pure fra Enna e Caltanissetta, fra Locri e Oriolo avremmo treni superveloci e iper-accessoriati con hostess a bordo che offrono granita di limone.
Da questo blog è già stata lanciata una pubblica raccolta di firme per chiedere le dimissioni dei dirigenti di Trenitalia e per rendere Trenitalia società di diritto pubblico e non più privato (il socio unico è Ferrovie dello Stato: come dire che “fanno i privati” con i soldi pubblici, permettendosi di dimenticare un terzo del Paese, cui negare il minimo necessario, per dare il superfluo a pochi, con i soldi di tutti: il regionalismo differenziato dei treni c’è già e grida vendetta!).
FIRMIAMO LA PETIZIONE PER RENDERE TRENITALIA PUBBLICA E FAR DIMETTERE I DIRIGENTI
Firmiamo la petizione. Almeno il gusto di dar fastidio a chiunque abbia responsabilità di qualunque tipo in questo disastro sulla pelle dei soliti. Ci rovinate la vita, che almeno possiate godere poco della vostra.