Skip to content Skip to footer

TASSE “CON DESTREZZA”, CAMUFFATE DA MULTE

Tolgono il pane dalla tavola dei più poveri, abolendo il reddito di cittadinanza (che esiste in tutti i Paesi, in varie forme, per far sopravvivere gli ultimi) e tentano di aumentare di oltre settemila euro lo stipendio a ministri e sottosegretari che non sono anche parlamentari (i più pagati d’Europa).

Abbassano le tasse ai più ricchi, varano un condono dopo l’altro (abbiamo perso in conto, stiamo fra una dozzina e una quindicina) agli evasori e alzano le accise sui carburanti, che Gioggia diceva di voler eliminare, quando prometteva la Cuccagna agli elettori.

Spendono quasi un miliardo per un campo di concentramento per migranti in Albania, che resta vuoto, perché viola le leggi europee che i giudici sono costretti a far rispettare, e bruciano decine e decine di milioni per mandare in villeggiatura lì in zona 250 esponenti delle forze dell’ordine che sarebbero utilissimi dalla milanese Quarto Oggiaro alla palermitana Zen, e per farvi fare, con navi militari, gitarelle andata-e-ritorno di qualche ora a una mezza dozzina di comparse, per uno spot pubblicitario, con soldi nostri, per il governo terribile che doveva bombardare i barconi, chiudere il Mediterraneo, stringere accordi con i Paesi intermedi, riempendoli di soldi, per fermare i disperati (uccidendoli, torturandoli, stuprandoli, derubandoli… tanto lo aveva già fatto il centro-sinistra con la Libia e si sa che i cattivi sono gli altri, che c’entriamo noi?).

E poi fargliela pagare a quei comunisti griffati delle navi-soccorso di organizzazioni umanitarie finanziati da Soros e dalla plutocrazia mondiale… (mentre la quasi totalità degli immigrati irregolari passa dalle frontiere del Nord, per andare a riempire le fabbriche padane che sennò chiuderebbero per mancanza di dipendenti disposti ad accettare quei lavori e quelle cifre).

E ora il nuovo Codice della strada, per un buon fine, con paraculi e sgangherati mezzi (lo firma Matteo Salvini, cosa potevamo aspettarci?): sanzioni di centinaia e migliaia di euro, sospensioni della patente per tempi lunghi, sino al carcere. Ovviamente, misure per rendere meno pericolose le strade sono benvenute, ma sorge il sospetto che si approfitti di questo per fare cassa, da parte di un governo che aveva promesso di portare le pensioni alle stelle e le tasse alle stalle e ora non sa come camuffare il fatto che le direzioni sono il contrario di quelle annunciate.

Confrontate i ruggiti di Giorgia Meloni, allora all’opposizione, contro multinazionali dell’energia e banche, e la minaccia di tassare duramente i loro extraprofitti fatti “grazie” a covid e guerra russo-ucraina, con i belati odierni nei loro confronti, del tappetino Giorgia Meloni capo del governo. Le tasse sugli extraprofitti ci ha provato a metterle, ma le hanno fatto capire che non era il caso e lei si è subito adeguata, rinunciandovi, se quelle risorse venivano reinvestite nelle aziende (brrrrr! Pare che a stento siano riusciti a impedire il suicidio collettivo dei pescecani di quelle società).

Quanto al tassare le banche, sfidando il ridicolo, Giorgia e Giorgetti (l’uomo del Nord e delle banche nel governo, messo lì contro il Sud e i poveri) hanno “imposto” agli istituti di credito (in ginocchio e con il cappello in mano) di fare un prestito all’Italia. Che restituiremo, si capisce, ché le “banche di bandiera” aiutano il Paese solo se ci guadagnano. Complice il governo prono con i grandi, feroce con i piccoli.

I soldi però servono e, non potendosi permettere di infastidire chi li ha davvero, svuotano le tasche di chi ne ha sempre meno. Ma se questo prelievo viene presentato come inasprimento di pene per chi pone a rischio la vita altrui alla guida di un’auto, la cosa può passare non come subdolo aumento di tassazione, ma quale intervento di tutela della sicurezza.

È tipico dei governi incapaci pensare di risolvere problemi aumentando le pene. E l’attuale ne ha appena varato di pesantissime, sino al carcere, per nuovi reati che consistono nel dissentire, anche pacificamente, dalle scelte del potere dominante. Ma questo confligge con l’equilibrio che deve esserci fra norma violata ed entità della sanzione. Se hai pene durissime per infrazioni tutto sommato modeste, e nulle o quasi per altre molto gravi, la legge perde il valore educativo e viene vissuta (non a torto) come strumento per garantire privilegi ai potenti e per opprimere gli altri.

Che senso ha far pagare migliaia di euro (cinque-sei volte quello che un operaio guadagna in un mese), per comportamenti alla guida di sicuro sbagliati, ma che prima o poi, a tutti può capitare di adottare? In decine di migliaia di chilometri in auto, davvero si può pensare che mai, nemmeno per disattenzione o una ragione che imponga fretta, si superi il limite di velocità? O arrivi una telefonata che richieda una immediata risposta e non si abbiano gli auricolari o un’auto con il collegamento viva-voce (guarda caso, sono le vetture dei più poveri, vecchie, “basiche”, a non aver questi costosi optional)?

Può bastare una sola di tali infrazioni a devastare i bilanci sempre più precari dei meno fortunati: se becchi una multa di quelle, è come se per uno o più mesi lavori e non sei pagato, indifeso di fronte a rate e bollette. Non c’è proporzione! Per chi guadagna dieci volte tanto, la stessa pena pesa dieci volte meno. Quindi non è uguale per tutti.

Quella ferocia avrebbe senso se le punizioni fossero rapportate al reddito e la conseguenza di un comportamento sbagliato fosse di pari durezza per tutti. Così, invece, è un altro strumento di iniquità sociale, a danno degli ultimi. E questo aumenta, invece di diminuirlo, il tasso di possibile criminalità: la rapina delle Assicurazioni a danno dei meridionali, con le mille scuse solite, ha avuto come risultato che alcuni milioni di automobilisti non si assicurano più, il che mette loro nella condizione di finire delinquenti e in guai molto grossi, e tutti nel rischio di ritrovarsi ad avere a che fare con automobilisti non assicurati, in caso di incidenti.

L’iniquità, quindi, accresce sia il pericolo che dovrebbe ridurre, sia il tasso di criminalità. Chi va in galera per un reato stradale (non parliamo di chi investe e scappa, come purtroppo avviene, lì siamo all’omicidio) va a scuola di delinquenza e rischiamo di trasformare un cittadino che ha commesso un errore in un criminale. Addirittura, con le nuove e scellerate norme, possono finire in galera i posteggiatori abusivi! Come dire: il carcere soluzione per tutto. Nel Regno di Sardegna dei “galantuomini” Savoia, mettevano in cella i poveri per “vagabondaggio”, mentre nel Regno delle Due Sicilie dei “feroci” Borbone costruirono, per ospitarli e aiutarli, quell’Albergo dei poveri che ancor oggi è il grande edificio pubblico d’Europa e insegnavano loro un lavoro.

Nella polemica fra Vasco Rossi e il Cazzaro Verde che solo in Italia poteva finire al governo, ha ragione il cantautore e non il (oh, no!) vice primo ministro. Avevo 18 anni nel ’68, ho fumato tonnellate di sigarette e mai spinelli, ma mandare in carcere chi lo fa, se al volante e senza che questo abbia avuto conseguenze, è un modo per spingere a far di peggio, non di meglio. Mi spiego: se da quello deriva il peggio, può e deve essere un’aggravante della pena lo spinello, il tasso alcolico, ma in carcere comunque è fare di un cretino o uno sprovveduto, un criminale.

Anni fa, un pensionato venne fermato e multato per un fanalino posteriore che non funzionava. Il poveraccio non se ne era accorto, promise di far subito sostituire la lampadina. Non ci fu verso: multa! Quando ne vide l’importo, sproporzionato, fece notare che la sua pensione bastava appena a sopravvivere e male, e quella spesa imprevista avrebbe fatto saltare il suo bilancio al centesimo. Gli irriducibili Starsky and Hutch procedettero.

“Che Paese di merda!”, commentò il pensionato. E si ritrovò anche denunciato per vilipendio del nostro intoccabile (solo dai poveracci) Paese. La cosa arrivò sino alla Cassazione, che confermò la condanna a ulteriori mille euro contro il pericoloso criminale di scarso pecunio. In quel periodo, l’allora capo del governo Silvio Berlusconi espresse analoga valutazione (“Che Paese di merda!”), ma la cosa fu ritenuta non censurabile, in quanto “opinione politica”. E nel suo governo c’erano quei leghisti che bruciavano il tricolore in piazza, dopo aver detto di usarlo “per pulirsi il culo”. E invece di multe e Cassazione, avevano ministeri.

Ora, quel Salvini già condannato per oltraggio a pubblico ufficiale (centrò dei poliziotti con le uova da lui lanciate contro Massimo D’Alema, allora capo del governo) e per razzismo contro i napoletani, si cimenta con l’aumento delle pene per infrazioni anche modeste. Sembra che ci stia ripensando, perché sarebbero eccessive, dice (qualcuno lo informi che, purtroppo, è lui ad averle emanate, quale il ministro “competente”: termine che va inteso in senso generico, non risultando sue competenze, visto che non ha lavorato un giorno in vita sua). La verità, più banalmente, è che la valanga di proteste di elettori leghisti che hanno detto che non lo voteranno più gli starebbe facendo cambiare idea, considerato che fra un po’, se continua a calare, la Lega potrà essere votata solo “alla memoria”.

Mettiamola così: cari automobilisti, se non volete finire in carcere o vedere i vostri bilanci sbilanciati da multe criminogene, dovete puntare più in alto: se rubate 49 milioni, non vi succede niente: al massimo vi prende una mezza sincope per le risate, se vi ritrovate condannati a restituirli in 80 anni (quando la cifra sottratta avrà fruttato il triplo, solo di interessi). Vi giuro che è successo, in Italia.

Se fumate spinelli o anche vi fate di cocaina, di crack, o chissà quali altre porcherie, non dovete entrare in auto, dove diventereste un pericolo per voi stessi (cavoli vostri) e gli altri (cavoli nostri). No, dovete entrare in parlamento, dove non vi controllerà nessuno e, in stato di alterazione per quelle sostanze, potrete pure fare leggi. Volendo, anche riformare il codice della strada.

E se qualcuno vi paga casa con vista Colosseo (con o senza sostanze di supporto), potrete sempre dire che quando è stato versato l’assegno, voi eravate a prendere una boccata d’aria sul balcone o a far pipì e non avete avuto il sospetto che qualcuno si approfittava di voi, pagando casa al posto vostro. Né il notaio verbalizzante ha ritenuto di avvisarvi. Quanta distrazione!

Succede. Come no, succede! E per fortuna, il malcapitato ministro ha potuto veder riconosciuta questa sua imbarazzante disavventura dai giudici, se no, c’era rischio che qualcuno si facesse una brutta opinione! La gente ci mette niente a pensar male.

Cosa? Che dite? Che i rigori della legge e delle tasse sfumano a mano a mano che si va dal basso verso l’alto, in potere e ricchezza?

Uh, Maronn’. E come vi è venuta questa idea? Attenti a quel che dite, e ricordatevi di quello che è successo al pensionato, per una lampadina.

Lascia un commento

Perchè il SUD viene dopo il Nord nelle politiche di sviluppo.

Scontro tra Pino Aprile e Marco Ponti, durante la trasmissione TV “Revolution” sul canale TV2000.

TGtg del 6 novembre 2018 – Ospite Pino Aprile.

Un paese a pezzi o pezzi di un paese che fatica a stare insieme? Si moltiplicano i fronti aperti tra Lega e Movimento 5 Stelle. TGtg alle 20.45 su Tv2000 con ospite il giornalista e scrittore Pino Aprile.

Storie d'Italia - RAI con Pino Aprile (la storia del Pallone di Gravina).

Pino Aprile presenta il libro: Giù al Sud da Corrado Augias. Durante la trasmissione si fa riferimento alla storia di Antonio Cucco Fiore (e del formaggio Pallone di Gravina) da Gravina in Puglia.

Pino Aprile: "Noi terroni, vessati e uccisi dal Nord".

Pino Aprile, autore del volume “Terroni”, parla dell’Unità d’Italia e dei rapporti tra nord e sud. Intervista di Giovanna Favro www.lastampa.it/salonelibro.

Pino Aprile sul voto al sud delle elezioni del 2018.

Analisi di Pino Aprile sulle elezioni del 2018. Molto interessante.

PINO APRILE - Monologo BRIGANTI & CONTRABBANDIERI 1°Edizione.

L’intervento straordinario dello scrittore Pino Aprile per spiegare il motivo, il fine e la vera essenza dell’evento BRIGANTI & CONTRABBANDIERI.

Pino Aprile intervistato da Rai Due.

Intervento straordinario dello scrittore Pino Aprile.

PINO APRILE vs MUSEO LOMBROSO DI TORINO.

Intervento di Pino Aprile fatto il 6 Maggio 2012 durante l’evento organizzato dall’Associazione Culturale Libera i Libri dal nome 1861-2012 un passato che non passa.

Francesco Amodeo e Pino Aprile.

A Tutto Tondo su Europa e Meridionalismo.

Pino Aprile: "Se non ci accordano l'Equità Territoriale, il Sud sceglierà la secessione"

Il giornalista e scrittore Pino Aprile ha presentato di recente in Calabria il “Movimento 24 agosto” dopo averlo fondato a Scampia a Napoli il 10 di ottobre.

Pino Aprile e il No del Sud al referendum.

Pino A Tele norba con Michele Cucuzza.