Questa ve la dobbiamo raccontare! La pagina Terroni di Pino Aprile su Facebook, con 127mila like, contro i 2,5 milioni di quella del Corriere della Sera, registra ben 95mila interazioni, contro le 87mila del Corsera. Insomma, questo piccolo strumento di comunicazione terronico, una specie di gommone scagliato contro una portaerei, riesce, grazie alla partecipazione di tanti, a svolgere una funzione di informazione e controinformazione importante. È un segnale che dice molte cose sulla necessità e la volontà di non essere soltato “raccontati” da chi ha interesse a farlo in modo che il Sud resti gregario, ma di raccontarsi e contrastare la versioni a senso unico antimeridionale. Lo hanno dimostrato con un lavoro inappuntabile, i sociologi veneti Cremonesini e Cristante, analizzando il TG1, il Corriere della sera e Repubblica per 30 anni: il Sud occupa solo il 9 per cento della comunicazione (di Stato!) e quel 9 per cento è quasi soltanto mafia e malasocietà: nel Mezzogiorno non c’è la Sanità, ma la malasanità, non c’è l’autostrada, ma la Salerno-Reggio Calabria, non ci sono cattivi sindaci e buoni sindaci, ma solo amministratori corrotti (come se Il Mose e l’Expo fossero a Napoli e a Palermo).
Beh, non è così. E Terroni di Pino Aprile ne dà conto; ma non solo Terroni di Pino Aprile (pensate alla pagina di Briganti, di Vento dal Sud e altre). E questo stesso blog nasce per ampliare la base informativa che renda più corretta la lettura di quanto accade nel Mezzogiorno. Certo, senza mezzi, senza redazioni, senza risorse. Ma ogn’e pizz’k agnor’k, “ogni pizzico un livido lo fa”, si dice a Taranto.
E all’anima dei pizzichi: con il 5 per cento dei like del maggiore quotidiano del Nord, registriamo il 110 per cento delle loro interazioni e una copertura della pagina di Terroni di oltre 3milioni! Sta succedendo qualcosa di enorme (basterebbe guardare i risultati elettorali dal 2015 a oggi). Ma è come se gli dei avessero intontito chi dovrebbe cogliere i segni e capire gli allarmi. Al timone della nave dei folli c’è un cieco.
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