Il führeretto Matteo Zalvinen ha ordinato la depordazionen dei migranti scandalosamente integrati a Riace.
«Chi sbaglia paga», dice il selezionatore di culi lombardi a cui far riservare i posti a sedere in metropolitana, a Milano, obbligando terroni e altra gentaglia a restare in piedi (questa sua proposta di legge non ebbe successo. Forse qualcuno, persino in un partito razzista come la Lega, pensò che non fosse il caso, mezzo secolo dopo che l’attivista nera Rose Parks si rifiutò di cedere il posto a un bianco in autobus. O forse per l’Italia era soltanto prematuro).
«Chi sbaglia paga», ma a Riace non è stato ancora condannato nessuno e sarà interessante vedere come va a finir dopo che i magistrati hanno demolito l’inchiesta che, mentre la Liocride pullula di ‘ndranghetisti in libertà, tiene ai domiciliari (è la legge: basta farle così…) il sindaco Mimmo Lucano, candidato al Nobel per la pace per il modello-Riace di accoglienza.
Umberto Bossi, invece, di condanne ne ha una decina scarsa (per ora), ma Salvini-chi-sbaglia-paga lo ha fatto eleggere presidente del partito e senatore (evidentemente, ne rappresenta e incarna i valori ptofondi e i sani principi).
«Chi sbaglia paga». Quindi, che gli fai a uno ha patteggiato una condatta a un anno e otto mesi per bancarotta fraudolenta, con un paio di società in paradisi fiscali e un socio indagato per corruzione dall’antimafia di Reggio Calabria? Salvini lo nomina suo consigliere economico per meriti e competenze acquisite sul campo: si chiama Armando Siri ed è “l’ideologo della flat tax”, ovvero come fa pagare meno tasse ai super-ricchi che poi portano i soldi all’estero,
«Chi sbaglia paga»: in comode rate in 79 anni? E allora perché, nel processo a Bossi e altri per il furto di 49 milioni ai danni alla stessa Lega, Salvini ha ritirato la costituzione di parte civile che il suo predecessore aveva presentato? Non ritiene il suo partito parte lesa se lo derubano, o…, o che altro?
Il führeretto Matteo Zalvinen ha ordinato la depordazionen dei migranti scandalosamente integrati a Riace. Certo, ma all’italiana: di vagoni blindati non se ne parla, purtroppo; servirebbero i treni, la ferrovia, ma Riace è sullo Jonio, Calabria… Propongo una mediazione: i pericolosi migranti di Riace saranno deportati, ma “come si deve”, in quei vagoni (da una ottantina di anni magari parcheggiati nei pressi di qualche “campo“ dismesso), appena ci sarà la ferrovia pure nella Calabria e nel resto del Sud “binario-esente” dall’Unità a oggi. E se tanto mi dà tanto, i bisnipoti di quei migranti faranno le manifestazioni di protesta per avere la ferrovia: va bene pure il vagone blindato, basta che “l’Italia unita” (che comunque non esisterà più) ci faccia vedere un treno da queste parti.
Il führeretto Matteo Zalvinen ha ordinato la depordazionen dei migranti scandalosamente integrati a Riace. E si scatena contro il modello-Riace che ci ha guadagnato l’ammirazione del mondo e migranti per i quali non è stato rubato un euro, ma che “devono pagare“, perché ci sono state “irregolarità” (“gravi” o “gravissime”, non ricordo più, secondo il Tg1 di regime): per esempio, non sarebbero stati adeguatamente fatti i corsi di italiano. Per non parlare dell’arredo fuori norma, ho capito bene?, di case occupate da famiglie ospitate e residenti. Ovvio che il ministro dei trattori contro i campi rom e che a Rosarno prometteva la fine delle bidonville (accolto e applaudito da gente del posto che uno così se lo merita), sbatta via da un paese e dalle case chi poi potrà finire in bidonville e accampamenti improvvisati, dove nessuno andrà a controllare se sono adeguati l’arredamento e i corsi di italiano.
La montagna di promesse elettorali sta franando sotto il peso dei conti e dell’incapacità; il Paese sta sfasciando i legami diplomatici e alleanze internazionali (improntati a ipocrisia e rapporti di forza, esattamente come la politica interna, ma servono, perché a perdere è sempre chi rimane isolato); per le sbandate di governanti allo sbaraglio e i carichi da 11 messi da poteri ultranazionali che ne approfittano per peggiorare le cose, lo spread è sopra quota 300 e i mutui se ne accorgono, miracoli di tasse quasi a zero e reddito a tutti vengono bruscamente ridimensionati e i problemi del Paese sono navi Diciotti e migranti di Riace che non hanno mai dato fastidi.
Il Sud si svuota di giovani e speranze, la gente smette persino di cuararsi, ma il Veneto (con Lombardia ed Emilia Romagna al seguito) elabora un trucco per svuotare la cassa comune e varare lanculo ai poveri, con la scusa dell’Autonomia
Manca una settimana al varo della porcata leghista della Secessione con scasso (io mi piglio tutto, anche le ricadute fiscali di petrolio, energia e consumi prodotti a Sud e tu zero) e l’appello di decine di docenti universitari e 13mila cittadini ai presidenti della Repubblica e delle camere rischia di mettere i bastoni fr le ruote.
Non ci sono navi Diciotto in arrivo? Il führeretto Matteo Zalvinen ordina la depordazionen dei migranti Riace. Così si parla d’altro e lui si leva pure uno sfizio (Riace è uno scandalo all’incontrsrio per gente così) e ha il pretesto (troppo impegnato) per non per chiedere scusa alla sorella di Cucchi e dire finalmente: «Al contrario di quanto le dissi, sono io, non lei che si deve vergognare».
Al ha tempo per dire, come quell’altro: «Me ne frego!».