Pagare meno gli insegnanti al Sud? Cominciamo dall’alto: riduciamo i compensi ai parlamentari meridionali: anche loro vivono nel Mezzogiorno. E se ci sono presunte ragioni obiettive per pagare meno dei lavoratori che sono già fra i peggio retribuiti d’Europa, figurati se quelle ragioni non sono buone per abbassare i compensi dei parlamentari più pagati d’Europa, pur se terroni.
Che però, facendo parte della maggioranza di governo (quando la maggioranza era un’altra non era diverso) hanno votato l’ordine del giorno proposto dalla Lega (il cui segretario nazionale ha una condanna per razzismo contro i meridionali), per chiedere che gli insegnanti siano pagati di più al Nord. La scusa è che a Sud la vita costa meno (ma se vai ad analizzare davvero le cose, scopri che è falso). In realtà, il lurido disegno della Lega (che sempre Lega-Nord è; pur se con il sostegno ascaro di kapò meridionali) è più sottile: si comincia con gli insegnanti, per poi estendere il criterio, “per giustizia, equità”, a tutti i dipendenti pubblici. E avrebbero così raggiunto lo scopo di un’Italia con diritti differenziati.
Questo hanno votato parlamentari eletti a Sud! Alcuni lo avranno fatto senza manco aver letto di cosa si trattava, per ottusa disciplina di partito. Ora che lo sanno, però, possono ritirare l’appoggio alla porcata, annunciando che non voteranno provvedimenti del genere, se saranno portati in aula. Ove, invece, lo avessero fatto consapevolmente, convinti, non possono limitarsi a questo, ma diano il buon esempio. Applichino lo stesso criterio ai loro emolumenti: se sei terrone, meno soldi. A cominciare da te.
Sono decenni che (con l’aiuto di ascari terroni e razzisti camuffati in ogni partito al Nord, sino al Pd) la Lega cerca di imporre una Costituzione con diritti disuguali, sul modello del Sudafrica prima della civilizzazione a opera di Nelson Mandela. Lì, diritti decrescenti con il colore della pelle dal bianco al nero, qui con la latitudine, da Nord a Sud.
La scelta di iniziare dagli insegnanti è furbissima: al Nord scarseggiano e dal Sud, potendo, evitano di andarci, perché tocca far fronte a una serie di spese che non ha chi resta al paese suo e dove, quasi sempre, si lascia la famiglia. Quindi, due case, più i viaggi, costi doppi. La proposta di alzare i compensi al Nord, così, sembra andare incontro proprio alle difficoltà degli insegnanti meridionali fuori sede, nelle regioni più ricche, “dove la vita costa di più”. Davvero?
Vi ricordo che quelle statistiche son spesso fatte con trucchi indegni, per esempio non prendendo prodotti dello stesso prezzo e della stessa qualità a Nord e a Sud; considerando soglie di povertà più alte a Nord; oppure, valutando degli indici in modo ingannevole: qualche anno fa, un trio di docenti di qualche notorietà condusse “una ricerca” in base alla quale, a Crotone risultavano, “di fatto”, più ricchi che a Milano (peccato che l’emigrazione dica il contrario, ma questo è un dettaglio, cosa vuoi che importi ai prof). Poi si scoprì che avevano usato criteri come il prezzo dell’affitto di una casa di pari metratura a Crotone e Milano, dove le abitazioni hanno un costo imparagonabile. Trascurando che in Italia, almeno otto su dieci sono proprietari della casa in cui abitano o ci stanno gratis, perché ne hanno usufrutto, comodato d’uso (beni di famiglia). Quindi, il valore vero da confrontare non era l’affitto che non pagano, salvo pochi, ma quello della casa che possiedono. E averne una di cento metri quadri a Crotone o a Milano fa una bella differenza, quanto a ricchezza.
Al Nord, inoltre, grazie alla “spesa storica” con cui, dall’unificazione a mano armata a oggi, solo lì si investono fiumi di soldi pubblici (spesso sottratti al Sud), godono di servizi che al Sud non ci sono, dai trasporti alla sanità, all’istruzione. Vuol dire che se non c’è il treno per i pendolari, devi provvedere da solo, macchina e carburante. Se non hai trasporti pubblici urbani decenti, idem. E così per curarti, studiare, per l’asilo nido, la palestra. Quindi, a parte il fatto che le retribuzioni, in generale, sono già inferiori di quasi il venti per cento a Sud e, in alcuni settori, di circa il doppio, con quello che guadagni devi pagarti servizi che al Nord hanno buoni e quasi gratis. Il che significa avere, di fatto, una retribuzione ulteriormente decurtata.
Perché, se proprio si vogliono diversificare i compensi dei dipendenti pubblici, non legarli alla quantità e qualità di servizi che lo Stato dà o nega, direttamente o tramite enti delegati? (Trenitalia, ufficialmente, è una società privata. Ma con i soldi pubblici, cioè di tutti noi).
Non solo, ma il Mezzogiorno, per le scellerate e razziste politiche nazionali da oltre un secolo e mezzo, è la più vasta area europea con i più bassi redditi e i più alti indici di disoccupazione. Vuol dire che, con uno stipendio, a Sud, oltre a dover affrontare spese che a Nord non hanno, devono campare più persone che nelle regioni dove l’occupazione è più o meno il doppio e lavorano anche le donne (solo una ogni sette nel Mezzogiorno: la zona più depressa dell’intero mondo Occidentale, per questo).
E invece di cercare di accrescere a Sud le opportunità di lavoro, specie femminile, assicurare quei servizi che mancano, mettere in condizioni di almeno sopravvivere chi non ha mezzi e occupazione, cosa votano questi parlamentari del Sud? Una richiesta per aumentare gli stipendi al Nord (dopo aver eliminato pure il reddito di cittadinanza. Tanto loro, i parlamentari, non sono interessati, perché satolli). È stato un errore? Lo dicano.
Sono convinti che questa sia la cura giusta? Allora facciano vedere come si fa: in quanto terroni, pur se senatori, deputati, si riducano i compensi e i privilegi. Mica solo in quelli vorremo essere alla pari con “i bianchi”! Forse è l’unico modo per far capire a questi le conseguenze delle loro azioni: che usino i treni su cui perdono tempo e pazienza tutti gli altri (se c’è il treno); si curino (vabbé, ci provino) negli ospedali e nei pronto soccorso in cui sono costretti a fare gli scongiuri tutti gli altri, i loro elettori; mandino i loro figli a studiare nelle scuole cadenti in cui rischiano i figli dei loro elettori, eccetera. Così, forse, maturano finalmente la sensibilità al differenziale di diritti Nord-Sud, a parità di legislazione e di tasse.
Oh, dimenticavo: aver approvato un ordine del giorno di quel genere è quasi niente. È una sorta di lettera di intenti al governo. Ma questo non può tranquillizzare, perché quel documento indica, appunto, l’intenzione della Lega Ku Klux Klan Nord, e complici di maggioranza, di volerlo fare e l’intenzione degli ascari terroni di farglielo fare. A frustare i neri nei campi di cotone erano altri neri; a tenere Etiopia e Somalia nella condizione di colonie italiane erano ascari somali ed etiopi al soldo dell’invasore; a condurre gli internati ai forni nei campi di sterminio erano altri internati.
«Caino», chiese il Signore, «dov’è Abele?».
«Son forse io il custode di mio fratello?», rispose lui.