Sintesi di “L’Italia è finita”: Dopo la Brexit, l’uscita della Gran Bretagna dall’Unione Europea, che avvia il declino dell’Europa, la disgregazione dell’Italia avvia il declino degli Stati nazionali. Il nostro Paese era importante, nel mondo bipolare caduto con il muro di Berlino, per la sua poisizione di confine fra i due blocchi (Usa-Urss), con il partito comunistra più grande d’Occidente, la sua vivace economia e la presenza del capo della più diffusa religionermonoteista. Oggi, la posizione è ininfluente, i partiti pure, l’economia in crisi e molto sospetti i problemi del Vaticano sotto attacco:
in un mondo globale, tre monoteismi (cristianesimo, islamismo, ebraismo) sono troppi.
«Roma è attualmente il centro della politica mondiale», ha detto il campione dell’ultradestra, Steve Bannon, già consulente di Donald Trump, oggi di Matteo Salvini. «Ci sarà un vero terremoto, lo vedrete: l’Italia fa paura». Dovrebbe dividersi in poco tempo, non essendo mai stata unita.
Ma vi siete mai chiesti, voi veneti, piemotesi e lombardi, toscani, emiliani, romagnoli e altri qual è il prezzo dei vostri privilegi? So che è tutto merito e diritto vostro, ci mancherebbe; anzi, è meno di quel che vi spetterebbe (generalizzo per semplicità; mi scusino coloro, e tanti ne conosco, che si sentono giustamente offesi da questa assimilazione al peggio), ma per ora vorrei invitarvi a mettere da parte le ragioni vere o presunte e a immaginarvi terroni: per curarvi, siete costretti ad andare altrove e a bruciare i quattro soldi che avete risparmiato (se ne avete; se no, debito; o rinunciate a curarvi). Ma è colpa vostra. Se vostro figlio vuole continuare a studiare, è costretto troppo spesso ad andare altrove e voi a bruciare i quattro soldi che avete risparmiato (se ne avete; se no, debito; o rinunciare a studiare). Ma è colpa vostra. Se devono fare le autostrade, le fanno dove non vivete voi e pure con i soldi vostri. Ma è colpa vostra. Se devono fare treni ad alta velocità, li fanno altrove: voi non li meritate (la velocità media di collegamenti ferroviari fra i capoluoghi del Sud, salvo due città, non supera i 50 chilometri orari e scende anche a meno di 40. Dove i treni ci sono, si capisce). Ed è colpa vostra.
Avete mai pensato cosa può provare un lucano, un calabrese, un siciliano, nel leggere quello che con i soldi di tutti è dato solo ad alcuni? Questo è essere terroni; e se lo Stato deve finanziare una grande fiera internazionale o un grande centro di ricerca che arricchisce il territorio, lo fa dove non siete voi. Ma per colpa vostra, perché non avete strade, ferrovie, infrastrutture adeguate; e se provate a replicare: «Dovevo farmele io?», vi dicono: «Rimboccatevi le maniche» (come se ti buttassero in acqua e poi ti impedissero di entrare in casa, perché sei tutto bagnato).
Oppure ti dicono: «Da voi c’è la mafia» (sapeste a Reggio Emilia. Chiedete a Delrio, anzi a lui no: non ci ha fatto caso), per questo meglio non fare il Ponte sullo Stretto, né altro. Mentre, se compare la mafia nelle grandi opere al Nord, Expo inclusa, fa niente: la mafia sporca solo a Mezzogiorno.
Sì, immaginate di essere meridionali e lasciate perdere le cretinate razziste: «Qui lavoriamo»; pure in Francia c’è chi se la tira così su altri francesi e dicono che la mafia è a Marsiglia e in Corsica, e in Germania è lo stesso con quelli dell’Est. Ma autostrade, treni, università si fanno ovunque, perché ovunque, per i francesi, i tedeschi, è “la mia Francia”, “la mia Germania”, persino dove ci sono francesi e tedeschi che stanno sulle palle ai loro connazionali. Mentre qui, quello che è “di tutti”, pubblico, italiano, deve essere solo del Nord: grandi opere, tesori agroalimentari e marchi tutelati, esclusive di commercio con l’estero, centri di eccellenza finanziati dallo Stato. E pure le tasse, ovvio.
il Nord, per accettare l’idea di un Sud alla pari, dovrebbe rinunciare al dogma della sua supremazia, distruggere il proprio monumento interiore, ideologico, costruito in un secolo e mezzo di disinformazione orientata in tal senso (“Prima il Nord”).
Quindi, se “il sistema” si rompe, si rompe il Paese: il Sud o sta un gradino sotto o è fuori; il Nord o un gradino sopra o da solo.