E STAZIONI SCIISTICHE ALPINE PUBBLICIZZANO “ZONA BIANCA” E “STAR BENE CONTAGIOSO”
Diario dalla reclusione volontaria-forzata ai tempi del virus. Giorno secondo, ovvero “Ma hai visto quant’è grande la zona rossa?”:
Lo sapevamo già: la colpa è dei terroni. Anzi: “basta accusare sempre gli altri. Siamo noi che… E lo dico da meridionale” (quando vai a vedere i profili, però, qualcuno è almeno sospetto…). Questa volta sono colpevoli di propagazione di epidemia, per l’esodo in massa dalla Lombardia e altre zone a rischio o infette da coronavirus, quando è stata resa nota, prima della firma, la bozza del decreto del capo del governo con cui si “chiudevano” la regione più popolata d’Italia e una quindicina di province. Ovviamente, chi lo ha fatto, ha commesso un’azione che sfiora il crimine (non c’era ancora la proibizione, ma si sapeva che stava per essere emanata), e talmente stupida da essere sia dannosa (esportare il virus a casa propria, dai parenti e in una zona del Paese in cui l’epidemia non era conclamata), che inutile (anche per la loro imbecillità, ora al Sud rischiano di avere gli stessi problemi che al Nord, ma con meno possibilità di farvi fronte e stando comunque in una zona ora rossa e tale pure per la loro scempiaggine, visto che tutto il Paese è ormai tale).
ANCORA DA CHIARIRE CHI HA DIVULGATO LA BOZZA DEL DECRETO. RICORSO AI MAGISTRATI
Come sia stato possibile che 50mila persone abbiano potuto, quasi a comando, abbandonare una regione, la Lombardia (e non solo) e una città (Milano) a quel modo, senza che nulla potesse frenare o impedirne l’esodo, prima o poi lo capiremo. E sarà la magistratura a cercare di spiegarci come quella bozza di decreto sia stata divulgata anzitempo (l’associazione consumatori Codacons si è già rivolta al tribunale e una iniziativa analoga e un po’ più mirata è allo studio dei legali di ET-M24A).
Sì, va bene, molto di quei terroni fuori sede avranno delle loro ragioni o presunte tali (se precari a Milano, dinanzi al rischio di restarci “chiusi”, sulle spese e qualcuno pure senza lavoro, meglio rifugiarsi al paese; o, non avendo questi motivi, l’idea di restare non si sa quando senza rivedere la famiglia; o…); ma quel che hanno fatto resta un gesto scellerato.
CON L’ESODO DEI MERIDIONALI DA NORD A SUD, TUTT’ITALIA DIVIENE “ZONA ROSSA”
Che produce delle conseguenze a grappolo: il virus è ipotizzabile sarebbe arrivato comunque in ogni angolo del Paese (è epidemia, forse già pandemia…), ma loro ce l’hanno portato di corsa. Avrebbero avuto più tempo per prepararsi a Sud (si spera); ora no. Ma avrebbero dovuto farlo da soli, probabilmente, perché prevedendo il decreto del governo aiuti corposi solo per le zone rosse, lì si sarebbero concentrati gli sforzi straordinari. Con la mossa a sorpresa del presidente Conte di allargare la zona rossa a tutto il Paese, tutti, pure il Sud, sono nella “prima fascia”, e ormai unica, di aiuti.
Per chi cerchi una consolazione a ogni costo, diciamo che, con il problema, quegli sconsiderati, non volendo, hanno provocato una conseguenza che può favorire soluzioni. A questo prezzo, ne avremmo fatto a meno; però, se c’è l’uno, che almeno ci sia anche l’altro.
La gestione dell’emergenza e delle migrazioni interne al tempo del virus è stata (e ancora in parte è) così caotica, tardiva ed elastica che tutti i sospetti girano, incluso quello di un alleggerimento della pressione nelle zone più produttive e stressate, “distribuendone” il peso su tutto il territorio. Il vantaggio, francamente, non riesco a vederlo; mi pare tutto frutto del modo approssimativo e incerto con cui si è governata e raccontata l’epidemia (è un’influenza, è la peste nera, bastano le mascherine, non c’è difesa, dà il colpo di grazia a vecchietti malmessi, ci andremo di mezzo tutti…).
COME LA QUARANTENA DIVENTA VACANZA
Perché, va bene (anzi, va male) i terroni migranti, su cui si è scritto tanto e su cui si è esercitato il muscolo dell’indignazione, ma non vi sembra che si siano trascurate un tantino altre occasioni di mostrarsi feriti nel proprio civismo? Il ministro Francesco Boccia ha pubblicamente fatto un esempio di inciviltà in sfregio al dramma del Paese e ai pericoli (certezze, se vogliamo) di contagio: una nota stazione sciistica toscana (sull’Abetone) invitava gli studenti ad approfittare della chiusura delle scuole (ma è vacanza o quarantena?) per andarsene sulla neve. E il ministro le ha tutte chiuse. Ora. Bene. Ma in pieno arrivo del decreto e anticipata diffusione della bozza, Milano si svuotava per riversarsi sulle piste alpine. Il Corriere della sera esortava tutti alla prudenza (bene, bravo), ma qualche pagina più, lo stesso giorno, ospitava, a tutta pagina, una pubblicità dei centri turistici invernali di Bormio e Livigno: “Vivi la montagna a pieni polmoni” (t’è capi’? Pieni polmoni… Che dici, non l’hanno fatto apposta?); “C’è una zona bianca” (bianca, eh?, capito voi della zona rossa? Sarà anche questa una coincidenza, voi che dite?) “dove star bene è contagioso” (e mo’ venitemi a raccontare che è un caso pure questo: polmoni, zona bianca, contagioso).
STRISCIONE RAZZISTA, A VARESE, CONTRO I TERRONI ANDATI VIA
Aho, raga’, vi si è svuotata la sacca dell’indignazione sull’esodo terronico o riuscite a recuperare qualche goccia per un commentino su questa roba che sarà apparsa pure geniale a chi l’ha pensata, ma figurati se ci si permette di toccare il Corrierone e l’industria alpina della neve che fa campare tanti e bene. Un rigo, per gradire; e poterci ripetere che “nel momento della solidarietà”, i terroni si sono comportati male con la città e la regione che li ha accolti. E, li ha anche insultati così tanto e ferocemente, che molti di loro, per non essere insultati più, sono diventati leghisti (così, adesso, magari insultano loro). Ma questo era quando Salvini (“puzzate più dei cani…”. Unico politico in Occidente a essere andato al governo e a esser ancora in sella, dopo una condanna per razzismo) e la Lega erano “Nord”. Adesso sono “nazionali”, non è più come prima. Ma forse non se ne sono accorti tutti, visto lo striscione esposto a Varese, per i terroni migrati: “Un grazie a chi è partito/ la Lombardia avete ripulito”. Naturalmente, i Giletti, i Del Debbio, e mo’ pure Rita Dalla Chiesa vi diranno e spiegheranno il razzismo dei meridionali contro i lombardi (e lo fanno senza che manco gli scappi da ridere). Ma striscioni così, al Sud, non li vedete; canzoncine alla Salvini non ne sentite.
E sarà razzismo contro i lombardi l’uscita del presidente della Liguria, Giovanni Toti? In una intervista al Corriere della sera dice ai lombardi, manco stessero sbarcando a Ischia: c’è l’epidemia, statevene nella vostra regione, non venire qui a occupare le vostre seconde case (magari con il virus), incrementando la popolazione residente così tanto, che se l’epidemia prendesse piede, non sapremmo come fronteggiarla, avendo strutture sanitarie calibrate su un milione e 600 mila abitanti. Senza contare che venendo dalla regione-focolaio, quei lombardi stan facendo alla Liguria e ai centri sciistici alpini (che se la vanno a cercare) esattamente quello che i terroni hanno fatto ai loro parenti. Salvini e Berlusconi, invece, sono in missione all’estero per conto del virus (sto a scherza’): uno in Gran Bretagna, l’altro in Francia, a Nizza.
Minchia, manco a Ferragosto si muove tanta gente e con tale libertà in Italia! In Cina, uno che si era allontanato senza permesso da Wuhan, lo hanno fucilato. Vabbe’, però…
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