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LA QUESTIONE MERIDIONALE? FIDARSI DEGLI EVASORI, DIFFIDARE DEI DISOCCUPATI; PER LE TRUFFE DEL SUD PAGANO I TERRONI, PER QUELLE DEL NORD, L’ITALIA; PER…/ di Pino Aprile

Cos’è la Questione meridionale? Due pesi e due misure, per cittadini di uno stesso Paese. Facile vederlo per treni, strade, sanità (dove sì, dove no; dove più, dove meno); ma il criterio che discrimina è ovunque lo stesso, non sempre subito riconoscibile, però. Esempio: flat tax, reddito di cittadinanza e truffe bancarie, volendo considerare cose di cui si parla tanto ora. Cosa c’entrano?

Il governo olio-caffè (per dire di inconciliabili messi insieme con risultato indigeribile) Lega-M5S progetta una colossale riduzione delle tasse ai più ricchi (e un altrettanto poderoso condono fiscale) e un soccorso di sopravvivenza ai più poveri.

Tutti i sospetti, le accuse di spreco sono per il reddito di cittadinanza: portiamo i soldi a chi sta sul divano; non hanno voglia di lavorare (infatti, per non lavorare, se ne sono andati all’estero quasi due milioni di terroni, in buona parte giovani: la dispora dei fannulloni); poi chissà che se ne fanno di questi soldi (dipende: a quanto va il caviale?); invece di incentivare il lavoro si incentivano gli sfaticati… e via con la diffamazione preventiva.

Così, per evitare che questi delinquenti a prescindere se ne scappino con il malloppo, ecco che si pongono tutta una serie di paletti, limitazioni, controlli (che, in teoria, andrebbero sempre bene, se non fossero a senso unico), che trasmettono l’idea: tu, in quanto morto di fame, sei nullafacente e ladro sino a prova contraria; non mi fido di te; ‘sti soldi te li do, ma te li faccio andare in croce. Infatti, transiteranno per una card con cui potrai comprare roba da mangiare, ma non un gratta-e-vinci; potrai far acquisti solo in negozi convenzionati (lo spaccio per i poveri), eccetera. E se sgarri, perdi il beneficio.

Piace, non piace, giusto, sbagliato? È un criterio. Prendiamolo per ora come tale.

Flat tax: nel Paese che ha le sue entrate fiscali quasi tutte derivanti da cittadini a reddito fisso e pensionati, si fa un favore pazzesco al ceto che evade più tasse, i super-ricchi, concentrati nelle regioni che evadono più tasse (Lombardia e Veneto), tant’è che a questa misura viene aggiunto un gigantesco regalo: un condono fiscale che permette di sanare tutto con una mancetta, rispetto agli importi dovuti (per la serie: si premiano gli evasori, si fottono i contribuenti onesti. È il governo del Cambiamento, tant’è vero che non si dice condono ma “pace fiscale”. E volevo vedere che l’evasore condonato si incazzava pure!).

E perché mai andare in soccorso di chi non ha problemi ed è pieno di soldi? Perché così potranno fare più investimenti, creare altro lavoro, rimettere in moto l’economia. La diffidenza è per il morto di fame, per l’evasore straricco no. Ma di chi parliamo: di quelli che portano i soldi all’estero, che si sono vendute le aziende e hanno investito in fondi speculativi stranieri, trasferendosi in Svizzera o in qualche paradiso fiscale; che hanno delocalizzato le fabbriche in Paesi a basso costo, magari dopo aver incassato qui gli incentivi; della classe industrial-finanziaria che ha preso soldi dalle banche e non li ha restituiti, facendo un buco di circa 200 miliardi; di chi non possiede più nemmeno la città-simbolo dell’imprenditoria italiana, dal momento che i grattacieli di Milano sono in mano straniera, come alcuni quartieri interi e l’ultima grande azienda rimasta, la Pirelli, ora cinese, sponsor di una squadra di calcio cinese, l’Inter; dei signori dell’italian style che, da Valentino a Prada, Versace, eccetera, è ormai proprietà di francesi, americani, cinesi, arabi? Devo continuare?

E ai campioni di questo disastro nazionale diamo pure altri soldi? Per investire? Ok, allora facciamo come per i morti di fame: i miliardi che regaliamo a questi paperoni non siano trasferibili all’estero e vanno depositati in un fondo controllato, da cui potranno attingere solo a certe condizioni per creare lavoro, nuove aziende. E se sgarri, perdi il beneficio e torni a pagare il doppio delle tasse. Come mai ci fidiamo tanto di questi caimani (non sono tutti tali, ovvio; ma se i disoccupati diventano tutti fannulloni che vogliono solo assistenzialismo, i super-ricchi diventano tutti caimani che vogliono solo non pagare le tasse e portare i soldi all’estero: sintesi per sintesi…) e per niente dei morti di fame?

Abbiamo stabilito che c’è un criterio? Che sia lo stesso, in basso e in alto. O no?

L’asta statale per la cessione delle frequenze 5G ha fruttato 6,5 miliardi, quattro più di quanto ci si aspettava. E cosa si dice subito? Con quei soldi, andiamo ad aiutare i clienti e soci delle banche truffatrici. Scusate: perché? Dispiace che tanti poveracci abbiano visto sparire i risparmi affidati alle “loro” banche. Quelle venete sono riuscite nell’impresa, che pareva impossibile, di battere il record della Parmalat (quasi 150mila truffati), fregandone 200mila. Beh, spiegatemi come funziona: a Napoli per le truffe vere o presunte (lungo dibattito, non lo facciamo qui) degli automobilisti alle Assicurazioni, le tariffe sono talmente alte, da indurre molti a non assicurare nemmeno l’automezzo. In base a quale criterio gli onesti debbano essere puniti, solo perché concittadini dei disonesti, poi me lo spiegate.

Ma se truffatori veneti annidati in banca truffano clienti e soci veneti e il criterio è che le truffe se le piangono il territorio e la popolazione che le partoriscono, perché tutti gli italiani devono soccorrere i truffati veneti? Si alzino le tasse, le percentuali sui prestiti, si abbassino gli interessi sui depositi, ma il Veneto si paghi le sue truffe. Altrimenti, persino questi furti diventano un altro modo per rastrellare soldi da tutt’Italia e portarli in Veneto.

Se il criterio sulle truffe è quello, perché a Napoli sì e in Veneto no?

Forse il criterio vale solo per le assicurazioni auto? Ok: Parma se la batte con un paio di altre città del Nord per il maggior numero di incidenti stradali, mentre Napoli è in fondo alla classifica. Perché il maggior danno alle casse delle Assicurazioni procurato dagli incidenti non viene scaricato con la maggiorazione delle tariffe, sulle popolazioni interessate, in cui si vedrebbero automobilisti corretti puniti per colpa di quelli che guidano male?

Cos’è la Questione meridionale? Due pesi e due misure, per cittadini di uno stesso Paese.

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