Un piccolo imprenditore, costretto a vivere da anni nel capannone, all’ennesimo furto, prende la pistola e spara. Uno dei ladri muore. E tutti sono con lui: tu cosa avresti fatto, dopo 38 rapine? (Pare che le denunce siano meno, ma pure fosse, cambierebbe poco). Ora, si fa presto a dire che viviamo in uno dei Paesi più sicuri del mondo; e ogni anno, in una sola città degli Stati Uniti si ammazzanno più persone che in tutta Italia; che c’è un lungo elenco di città, in cui le cifre dei mortammazzati sono equivalenti a quelle di una guerra strisciante; che nessuna città italiana rientra fra le prime 50 più violente del pianeta… Le statistiche non sono di nessuna consolazione quando succede a te. Però molto sospetti appaiono i toni e l’esasperazione del disagio sociale di parlamentari, membri del governo. Non dovrebbero essere proprio loro, lo Stato, a creare le condizioni per farci campare più tranquilli?
Con la nostra paura, ci si guadagna due volte: in soldi e in voti. Il disgraziatamente ministro all’Interno, Matteo Salvini, nullafacente confesso e a vita (non diverso dai suoi maestri: primo fra tutti Umberto Bossi), ha persino fatto includere, nello sciagurato “contratto” di governo con i cinquestelle, il sostegno all’industria delle armi, che è principalmente lombarda, bresciana. E per armarsi, bisogna avere tanta paura da vincere quella di armarsi, far entrare una pistola in casa.
Uno perché dovrebbe farlo? Perché girano in libertà troppi delinquenti che, pur noti come tali, pur condannati, restano più o meno liberi o lo sono dopo pene detentive ridicole che non spaventano nessuno, salvo gli onesti. Ogni volta che accade qualche episodio che sgomenta l’opinione pubblica, hai queste facce di bronzo da una vita in Parlamento e spesso al governo che tuonano contro i magistrati che “lasciano liberi” i delinquenti. Ma i magistrati (per carità, nessuno è al di sopra dell’umana debolezza e imperfezione e qualche perla ce la regalano pure loro) non possono che applicare le leggi che quei parlamentari ed esponenti di governo fanno.
Quindi, se un ubriaco o drogato senza patente e senza assicurazione investiva qualcuno con l’auto e lo ammazzava, se ne tornava a casa. Ci sono voluti anni di proteste, azioni civili per costringere il legislatore a varare il reato di omicidio stradale. Addirittura, se un presunto “tifoso” romanista, noto in Italia e all’estero per le… “intemperanze”, spara a tifoso napoletano e lo uccide (ragazzo perbene, “anche se di Scampia”, racconteranno i giornali), viene condannato a 26 anni, poi si vede ridotta la pena in appello di ben 10 anni per le “attenuanti”, fra cui il fastidido di un numero per lui troppo alto di tifosi del Napoli, è chiaro che la giustizia ci ha messo del suo, ma con norme, leggi fatte in Parlamento.
Prima che ci mettessero mano gli altri, le regole sugli immigrati le hanno varate Bossi&Fini, poi Maroni, di quella parte politica che più si lamenta e protesta per i troppi diritti e la troppa libertà che profughi e rifugiati hanno. Poi se ne è occupato Minniti, del Pd, e con un po’ di campi di concentramento in Africa, l’afflusso è crollato a poco più di un decimo.
Ma è normale che uno debba ridursi a vivere nel capannone dell’azienda? No che non lo è. È normale che si debbano ogni tanto ascoltare di persone (specie donne) uccise da persecutori denunciati più volte? È normale che i processi durino così tanto da far prescrivere i reati e tanti delinquenti se la cavino; che siano previste tante attenuanti che anche in caso di condanna non si va in galera; che si possano annullare o rifare da zero processi per cavilli ridicoli; che tanti reati siano perseguibili solo a querela di parte, anche se gridano vendetta e incredibilmente accade che pur sollecitate dai magistrati, certe “vittime” non denuncino (esempi clamorosi e recentissimi, con polemiche giornalistiche furibonde con parenti di Renzi); è normale che reati gravissimi, come la corruzione a danno dello Stato, l’evasione fiscale di somme enormi (non la furbatina dell’artigiano che non ce la fa a pagare pure le tasse) e le porcherie dei colletti bianchi siano “punite” in modo tale che in galera, quei delinquenti ci vadano così di rado, che il loro numero non rientra nemmeno nelle statistiche giudiziarie? È normale che rubi 49 milioni e poi fai finta di ripagarli in una ottantina di anni, a rate? No che non è normale.
Ma a fare quelle leggi sono gli stessi (già dimenticate le decine di leggi pro-Berlusconi votate dalla Lega e che hanno messo fuori dalle celle migliaia di reclusi? E porcherie analoghe del Pd, specie governo Gentiloni, che casualmente si rivelarono favorevoli a qualcuno con problemi in area fiorentina?) che poi strillano che sono “dalla parte dei cittadini”. I quali, soli ed esasperati, qualche volta sparano. Sono quei legislatori che, per salvare se stessi, complicano così tanto le procedure e annacquano così tanto le pene, che a quel punto sono acqua fresca pure per altri crimini e tanti delinquenti che ci ritroviamo in giro (i più sfortunati; ci sono fior di condannati, invece, al riparo in Parlamento).
E la soluzione qual è? Fatevi giustizia da soli e vi scodelliamo una bella legge per mettervi in mano delle armi che una nostra premiata ditta nazionale produce in agro padano certificato. Le condizioni di maggior insicurezza le creano loro (sempre che non vogliate credere che saremo al sicuro quando i mendicanti, invece che alla Caritas, li porteranno in galera); la paura la alimentano loro; e poi ci fanno il favore di poter diventare pistoleri a norma di legge.
Così guadagnano voti a spese della nostra sicurezza e magari i produttori di armi che sulle nostre ansie qualche euro lo rimediano, una bancarella alla sagra della cassoela organizzata dal partito, la mettono.