SUCCESSO DAVVERO: VEDEVA DA UNA VITA SOLO BIANCO E NERO
Lo chiameranno “il prodigio della Grancia”: un uomo che dalla più tenera età vedeva solo in bianco e nero, fu trafitto dallo spirito di Ninco Nanco, il 24 agosto, nel Parco storico della Grancia, sconvolto nella mente dall’eco del grido di guerra di Carmine Crocco Donatelli, confuso nel cuore dalla mira e dalla grazia di Michelina De Cesare.
La luce dei padri (ma forse pure la sberla delle madri) scossero le incrostazioni sui suoi occhi, le fecero cadere, il suo sguardo si diresse verso il cielo e lui vide a colori, il colore: il celeste.
Giuro che racconto una cosa vera, sia pure con toni un po’ troppo alati (ma per i prodigi non puoi usare le parole di tutti i giorni), e senza poter riferire il nome del miracolato, che ha fatto l’errore di confidarsi con me (ma se di professione mi faccio i fatti degli altri, per poi sputtanarli, tu a me lo vieni a raccontare? “Ma siamo amici, a chi lo dovevo dire?”. E solo per non perdere un amico taccio il nome).
Ora lo so che vi state chiedendo: ma davvero uno, venendo alla Grancia il 24 agosto, ha iniziato a vedere a colori, mentre da tutta la vita per lui c’erano solo il bianco e il nero? Vero, verissimo, me potessi cecà (del tutto, diciamo, visto come sto combinato già) se non è vero. Seguitemi e vedrete (beh…) se non è così.
I SEGNI STRAORDINARI ANNUNCIANO I NUOVI TEMPI
Segni straordinari annunciano i nuovi tempi: infatti, al contrario di quanto accade ogni volta che una nuova era sorge, non apparve una cometa alla Grancia; gli astri rimasero ai loro posti, la luna non roteò d’improvviso in cielo, il sole non fu oscurato e se sì, solo per chi aveva lenti fotosensibili; Gianluigi Paragone fece il solito: scese dal carro del partito con i sondaggi in calo, il M5S, con cui fu improvvidamente eletto senatore, per tornare, chissà, nel grembo della Lega (di cui diresse il quotidiano che grondava razzismo da ogni rigo, “la Padania”) e da cui uscì, per pura coincidenza, quando la Lega declinò.
Insomma: quel genere di fatti sorprendenti sono ormai la normalità, quando qualcosa di nuovo e a volte di grande prende forma. Ci voleva un evento davvero impossibile per darci il segno che uno spirito divino aleggiava alla Grancia. E quello spirito ha scelto il modo più clamoroso per manifestarsi, roba che faticherete a crederci.
«Pino, cerca di capirmi», mi raccontava, come per giustificarsi, il mio amico. «Io sono cresciuto nel mito di questo mio cugino che abitava al Nord e aveva a che fare con quella gente che ti sembra di un altro mondo: decine di migliaia di persone pagano per vederli da lontano, lui li frequentava. Per me era un semidio. E queste cose, quando comninciano da bambini, te le porti appresso».
Ma da qualche tempo, però dovevano essergli diventate pesanti nell’anima. «In fondo, che faccio di male? È pieno di meridionali come me, persone per bene…».
Io non dicevo né ah, né bah; era chiaro che cercava giustificazioni con se stesso. «Non è che mo’ a quasi cinquant’anni…».
Non c’è un’età per queste cose, mi sono limitato a dire. Non una parola in più. Assistevo al suo travaglio interiore, ma senza interferire. A quell’età, uno deve prendere da solo le decisioni fondanti della vita ed esserne convinto, perché gli tocca poi reggerne le conseguenze.
COMPRÒ TRE CRAVATTE E LA SUA VITA CAMBIÒ
Finché, due giorni fa, dopo un incontro in un megacentro commerciale di Afragola con Gennaro De Crescenzo e me, per parlare di tutt’altro, alla fine cala tutti i due pugni sul tavolino (meno male che il caffè l’avevamo già bevuto) e sbotta: «Basta! Inutile girarci attorno. S’ha da fa! Torno subito». Poco dopo era di nuovo lì, con tre cravatte, una per sé e due per noi: «Le ho appena prese all’official store del Napoli», munite di logo della squadra e, sul retro, di targhettina metallica identitaria.
«E mo’, pure a Napoli-Juve tifo Napolì!». Convertito. «Sai vedevo quelle bandiere, alla Grancia, sentivo quelle parole… Con che coraggio dicevo che sono tifoso della Juventus, solo perché mio cugino era amico dei calciatori che per me, bambino erano supereroi?».
Parliamoci chiaro: a dar la vista ai ciechi sono bravi tutti. Per aprire al celeste gli occhi di chi vede solo il bianco e il nero, ci vuole il miracolo vero; non si era mai visto (insomma, è il primo verbo che mi è venuto in mente).
C’è già chi sta pensando di organizzare pellegrinaggi per andare a sciacquare gli occhi senza colore con l’acqua della Grancia (c’è l’acqua alla Grancia? Anche minerale, gasata, no problem).
«Oh, mi raccomando», mi aveva pregato il mio amico (ma lo conoscete pure voi, o almeno tanti di voi), «non dirlo a nessuno, però».
Vi risulta che io lo abbia detto a qualcuno? Il segreto resta tale, come sapete, se ne sono a conoscenza non più di tre persone, di cui due morte. Questa cosa la sappiamo lui, Gennaro e io. Ci vuoi vedere morti?
E comunque, ora abbiamo anche un prodigio per cominciare a costruire una mitologia del 24…
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4 Comments
Claudio
Ma io sono registrato,?
Ero alla Grancia… Ho dato la mia mail
Sto in ansia perché pronto a …..
Quando avrò la certezza dell’arruolamento.
Pino Aprile
già risposto. Ciao
Claudio
Risulto iscritto?
Pino Aprile
se hai mandato il messaggio o compilato la scheda, non c’è problema, ora un ufficio trasferirà tutto in un file e comunicherà ai diretti interessati. A presto!