“Il nuovo terroni” (che contiene, aggiornata, la prima edizione del libro del 2010, con l’aggiunta di nuovi capitoli per quasi cento pagine in più) continua a “volare” nella lista dei cento libri più venduti d’Italia e in testa alle classifiche specializzate.
Chi scrive lo fa per passione, impegno civile e un bisogno quasi materiale, fisico, di comunicare, condividere. È una delle pulsioni più qualificanti della specificità umana e una delle basi della formazione e tenuta delle comunità, perché fonda sulla fiducia che ci sia qualcuno disposto ad ascoltare. Con la civiltà orale, prima della scrittura, questo era visibile, perché chi narrava e chi gli prestava attenzione erano fisicamente presenti nello stesso spazio e “misurabili”, potevi contarli.
La scrittura è più potente, perché permette al racconto di circolare, durare, in assenza del narratore, ma nega la visione dell’ascoltatore. Lo strumento di misura è l’altezza della pila delle copie in libreria e, nel mondo digitale, il metro di Amazon e altre classifiche.
Quindi, grazie della vostra attenzione. È un privilegio.
Si scrive lo stesso, indipendentemente dall’esito editoriale, ma il conforto dell’ascolto è impagabile.