BASTA CON TRENITALIA DEL NORD CON I SOLDI DI TUTTI. FIRMIAMO!
Perché l’alta velocità ferroviaria costa così tanto in Italia, e sembra che la cosa non interessi a nessuno? Perché si cerca di risparmiare sulle siringhe in ospedale, sulle analisi per chi sta male, sulle pensioni agli invalidi, risicando pure l’euro, e non c’è chi, con adeguata espressione di disgusto da “talk-show di prima serata tv non-guardiano-in-faccia-a-nessuno-perché-noi-siamo-liberi!”, dopo aver additato i “furbetti del cartellino” quali distruttori dell’economia nazionale, si chieda come mai, con i soldi con cui in Francia, Spagna, Stati Uniti, fanno 600-700 chilometri di Tav (e a volte pure più), da noi ne fanno si e no 100 e a volte persino qualcuno in meno?
Forse perché dobbiamo attraversare montagne che noi abbiamo e loro no? Figurati: ce le hanno le montagne, ce le hanno anche loro. Che non si tratti di quello, è tanto vero, che i nostri strateghi sono riusciti a mantenere quei costi a chilometro, persino per la linea posata su un biliardo, il tratto di pianura Padana fra Milano e Torino e su altre consimili.
E allora cosa fa lievitare i costi sino a livelli inconcepibili?
PER LE TANGENTI? NO, QUELLE CI SONO ANCHE ALL’ESTERO
Le tangenti? Non credo: pure negli altri Paesi si finisce in galera per tangenti nella realizzazione dell’alta velocità e i costi a chilometro sono una mezza dozzina di volte inferiori ai nostri.
E allora cosa? Intanto, per far lievitare i costi, non bastando, spesso, il traffico passeggeri stimato (o sovrastimato, per “far quadrare i conti”, modello BreBeMi), si aggiunge il traffico merci (pur se immaginato, tanto serve solo per far passare il progetto, se hanno ragione certi malpensanti, a cui, però, troppo spesso i fatti danno ragione: sulla Torino-Lione, per dire, la quantità di merci non è in crescita, ma in calo; sulla Torino-Milano transitano un decimo o poco più dei treni che, in teoria, dovrebbero corrervi, e solo passeggeri, manco uno merci).
Insomma: ci prendono per il culo? Eh… voi che dite?
ATTENTI AI CENTESIMI SULLE SIRINGHE NON AI MILIARDI DELLA TAV
Forse sarebbe ora che l’Italia chiedesse finalmente conto di questi costi. E se non siamo capaci di fare linee ad alta velocità spendendo quanto gli altri, facciamole fare agli altri! L’orgoglio nazionale a questo prezzo non ce lo possiamo permettere e se gli imprenditori italiani non sanno stare nei costi che ad altri bastano e avanzano, vuol dire che hanno sbagliato mestiere e il loro errore non possiamo piangerlo noi (non più, almeno). Se ci sono altre ragioni, non imprenditoriali, allora lo dicano.
Ma io che ne so… sono solo un giornalista, e pure terrone. E non riesco a spiegarmi perché, con i soldi con cui gli altri farebbero l’alta velocità da Milano a Reggio Calabria, da noi arrivano più o meno a Bologna.
Per molto meno, si fanno Commissioni parlamentari di indagine. Su questo business il Paese è stato svenato (e ancora non sono sazi), senza nemmeno essere servito come gli altri. Si può capire perché siamo primi al mondo per costi a chilometro e terzo mondo (che temo ci abbia superato, nel frattempo) per rete ferroviaria, velocità di collegamenti e persino assenza di treni in tanta parte del territorio?
Forse, a nome degli italiani spremuti e lasciati sulla banchina in attesa di un treno mai visto e pure di quelli che hanno un Tav ogni dieci minuti ma l’hanno pagato così caro, sarebbe ora che il Parlamento si facesse una domanda e ci desse una risposta.
NEL FRATTEMPO, FIRMATE: TRENITALIA NON PIÙ PRIVATA
Nel frattempo, firmate l’appello perché Trenitalia la smetta di agire come azienda privata, ma con i soldi pubblici. E se qualcuno dovesse cominciare a snocciolarmi normative, accordi, “ce lo chiede l’Europa”, replico che se tutto questo ha prodotto una parte del Paese che si innerva di Tav a costi galattici e una parte che per andare e vedere un treno deve rendere un aereo per il Nord (ma sono scarsi anche gli aeroporti), allora questo sistema è sbagliato e si deve cambiarlo; e se “ce lo chiede l’Europa” vale dove conviene e quando “ce lo chiede l’Europa” riguarda gli asili o altro e la risposta è “al Sud zero” e l’Europa si faccia i cazzi suoi, beh…, allora cambiate argomento.
Intanto cambiamo Trenitalia. Firmate, chiedete ai vostri amici di farlo e ai vostri rappresentanti in Parlamento di pretendere una indagine. Almeno ci togliamo certi dubbi. O no?
Poi ci torno su. Non finisce qui.
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