‘Na botta, ahi! Il dolore non passa, la mano si gonfia. Mah, fors’è meglio farsi vedere. Pronto soccorso, il medico: «Ma io lei la conosco, è quello che…». «Quello». Scende anche una sua collega. «È lui…», mi indica. «Benvenuto fra noi!». «Grazie. Non si offende se le do la sinistra?». E comunque, sarebbe stato meglio conoscersi al bar.
L’ortopedico: «Fosse la mia mano eviterei l’intervento. Non avrà più la nocca a pugno chiuso, il mignolo resterà più basso, ma funzionale, e avrà un bozzo sul dorso. Ma sempre meglio che…». «Ok, grazie. Vada per il sempre meglio».
Vediamo il lato positivo: il tutore ce l’ho, dopo l’intervento di qualche anno fa alla spalla; è sempre la destra, quindi non serve prenderne un altro. E sono ambidestro (non in tutti i sensi): scrivo, mi rado, mangio, do le carte a burraco, eccetera, con entrambe le mani.
Volevi riposare? Accontentato, ma a rate: prima una mano, poi… Poi, che? Chi ha mai detto di voler riposare?
p. s.: la penna è una Argenio by Delta. E aggio fatto puro ‘o spott pe’ Salvatore e Annamaria