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COSE DA TERZO MONDO! IL SENATORE LEGHISTA CENTINAIO CONTRO NAPOLI-SCUDETTO

E, puntuale, la diffamazione leghista (una sorta di inesistente guerra civile) del senatore Gianmarco Centinaio contro Napoli, “colpevole” di aver portato lo scudetto per la quarta volta sotto il Vesuvio, “rubandolo” (ha giocato meglio) a Milano. Verrebbe da rivolgere ai senatori e parlamentari leghisti di Napoli e del Sud, la frase di Petrolini, continuamente interrotto da uno spettatore dal loggione: «Io non ce l’ho con te, ma quelli che hai accanto e non ti buttano di sotto!”.

La festa dei napoletani campioni d’Italia per la quarta volta? «120 feriti. Aggressioni, coltelli, rapine e pistole»: la racconta così Centinaio. Ovviamente è falso (se la fonte è quella…), cose che ha visto solo lui; anzi, non le ha nemmeno viste, ma metti merda nel frullatore e punta a Sud. Se no che leghista è?

«Quello che è successo è da Terzo Mondo!», commenta. E su questo non si può che essere d’accordo con lui: solo in Paesi del Terzo Mondo, infatti, uno come Centinaio starebbe in parlamento e sarebbe stato fatto anche ministro. Ci scusiamo con i Paesi del Terzo Mondo, non vorremmo ci querelassero per diffamazione, per averli accostati a Centinaio; ma ci tocca farlo per necessità dialettica: insomma, è lui che vi ha tirati in ballo per sputtanare anche voi, oltre Napoli. Ignorando (è leghista…) che il resto del mondo considera un onore essere accostato a Napoli.

Per la serie: se non puoi togliergli la festa (Napoli lo scudetto lo ha vinto in campo), cerca di rovinargliela. E Centinaio si produce in quello che gli riesce meglio: schizzi di veleno contro il Sud, facendo il Jep Gambardella in salsa razzista (prima di obiettare, ricordate che i fondatori del partito anti-meridionale, da Bossi a Maroni, dichiararono di usare il razzismo contro i terroni, per prendere voti; l’ideologo del partito che meritò i complimenti ufficiali del Ku Klux Klan, il professor Gianfranco Miglio, si professava razzista e antimeridionale, tanto che già a Firenze non sopportava la puzza di Sud; e l’attuale segretario nazionale, Matteo Salvini, ha patteggiato una condanna definitiva per razzismo contro i napoletani.

Ma quante volte le dico queste cose? Sempre, fino a che cominceranno a dirle anche quelli che fanno finta di non saperlo e ne trarranno le conseguenze, visto che non disturbano i tirapiedi terroni della Lega e dei partiti alleati. C’è chi ci campa, a Sud, raccogliendo gli scarti del padrone. E tanti, in Germania, per fare un paragone più chiaro proprio perché estremo, campavano con la fornitura del necessario ai campi di sterminio, per eliminare ebrei, zingari, omosessuali, dissidenti).

Così, se Napoli vince lo scudetto, pur di buttare fango sul Sud, si inventano una sorta di guerra civile, sapendo di passarla comunque liscia, protetti dalla immunità parlamentare, dalla complicità dei loro colleghi (lupo non mangia lupo) e dal peso del potere.

Quando Roberto Calderoli, purtroppo per l’Italia parlamentare e ministro, definì i napoletani “Topi da derattizzare”, un solo napoletano lo denunciò, Antonio Pagano. E perse la causa. Avrebbe forse avuto qualche possibilità, se il diffamatore dei napoletani avesse fatto il suo nome. Ma avendoli insultati tutti…. E diciamo di Calderoli, uno che è stato per anni sotto processo per razzismo, condannato in primo e secondo grado, poi salvato dalla prescrizione. E mentre era condannato per un reato infamante, è stato addirittura fatto ministro, in un Paese senza vergogna e senso morale. Non solo, gli venne dato incredibilmente il compito di stravolgere la Costituzione, con l’Autonomnia differenziata!

Cosa possibile solo in un Paese privo anche del senso del ridicolo e del tragico e da sempre fermo alla farsa.

Siamo il Paese dove, se vieni condannato per aver fatto sparire 49 milioni di soldi pubblici, come accaduto nella Lega, la pena è restituirli in 80 anni, quando la refurtiva avrà reso il triplo.

E se ti pagano casa con vista sul Colosseo, te la cavi, perché il giudice ritiene credibile la dichiarazione del beneficiato, secondo cui i soldi sono stati versati a tua insaputa, mentre durante il rogito, dal notaio, ti eri distratto. A tutti gli altri, quando si distraggono, rubano il portafogli. Ci vuole culo nella vita. Il che porta a un commento un po’ volgare, ma che ci sta anche con la vicenda Centinaio e sulla reazione, silenzio o addirittura il tentativo di giustificazione, di alcuni, a Sud: “quello”, c’è chi ce l’ha, e chi lo dà.

Ma Centinaio si spinge oltre la mattanza che si è inventata (come chiarito da ospedali e Prefettura, tanti si sono rivolti ai presidi di pronto soccorso, durante i festeggiamenti, ma non 120, pur includendo i casi di indigestione, gli svenimenti, le cadute e altri incidenti normali, in una folla in movimento di mezzo milione di persone. Insomma, se ti sei sparato venti babà con la scusa dello scudetto, non di una pistola si tratta, ma di un pistola! E se non risolvi tirando lo scarico, c’è solo il pronto soccorso. Dove Centinaio ti conta come vittima di una sorta di un conflitto armato, ti moltiplica e ti sputtana).

«E meno male che hanno vinto, sennò era guerra civile», ha garantito l’incontenibile Centinaio, che forse cerca disperatamente di fare carriera: infatti è solo vice presidente del Senato (azz! Abbiamo molto da imparare dai Paesi del Terzo Mondo, dove un Centinaio avrebbe potuto dare molto all’agricoltura, non come ministro, ma con una zappa in mano). Salvini, invece, che per razzismo contro i terroni può vantare una condanna, è vice presidente del Consiglio. Dove vuole arrivare l’amizioso Centinaio?

Come dire: altro che 120 feriti, se il Napoli avesse perso! Diecinaia di centinaia e di migliaia, direbbe Nino Frassica. Infatti, come è risaputo, ogni volta che il Napoli ha perso lo scudetto (sempre, da quando esiste la società di calcio, un secolo, meno quattro anni) è scorso il sangue a fiumi, si son dovuti buttare i cadaveri in fosse comuni, vista la quantità, è intervenuta la Nato a riportare la pace.

Al Sud siamo arretrati, non c’è la civiltà che i magistrati di Milano stanno documentando per far luce su un omicidio fra capi delle tifoserie meneghine. Bei tempi, quando si limitavano all’eleganza dei motorini scagliati dalle gradinate (ho cercato inutilmente tracce dell’indignazione di Centinaio. Dal che deduco che ci sono feriti immaginari del Terzo mondo a Sud, e civilissimi ammazzamenti veri a Nord).

Forse, perché resosi conto che fra pochi giorni ci sono elezioni amministrative parziali, in Italia, Centinaio ha “precisato”: “Non volevo offendere“. Minchia! Pensate cosa avrebbe vomitato se avesse voluto offendere. Proprio non riesce a stare zitto e più apre la bocca, più si rivela.

Ma lui, in fondo, fa il leghista: dirigente di un partito nato contro i meridionali. A disgustare più delle sue parole è la complicità dei senatori terroni che, eletti al Sud, in Parlamento prendono ordini da lui contro il Sud.

Poi si chiedono perché sono sempre più numerosi i meridionali convinti che, pur di non stare nello stesso Paese con questa gente, “Meglio soli”!

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